lunedì 28 ottobre 2013

 LE TARIFFE DELLA MENSA SCOLASTICA

Stamattina, dopo diversi giorni, ho visionato l'albo pretorio on line del nostro Comune .
Tra le altre, vi ho trovato la delibera della Giunta Comunale n.55/2013 che riguarda  le tariffe della mensa scolatica per l'anno 2013/2014, servizio che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) partire il Primo Dicembre.
Poichè non credo che gli inquilini del Municipio, dopo i tanti richiami degli anni passati, non abbiano ancora imparato che Pontelatone fa parte dello Stato italiano e in Italia da più di  un secolo le scuole riaprono a settembre, viene da pensare che i ritardi siano voluti per risparmiare.
Niente trasporto scolastico, mensa in ritardo, tariffe a carico delle famiglie in  continuo aumento.
La politica scolastica della nostra amministrazione fa ricordare la storiella conosciuta ovunque, tranne che al nostro Comune : un contadino aveva un asino infaticabile e prediletto e un giorno decise di sperimentare se poteva risparmiare anche sul mangiare. L'asino i primi giorni resisteva benissimo, ma raccontò incredulo il contadino “ proprio quando si era abituato così bene a non mangiare, improvvisamente mi morì”.
La nostra scuola non è morta e non può morire, ma non si può negare che negli ultimi anni si sia sensibilmente indebolita, con le note conseguenze, per la scarsa attenzione dell'amministrazione nei suoi riguardi.
Ma non è su questo che ci si vuole soffermare quanto sulla decisione della Giunta che stabilisce un contributo di 3 euro a carico delle famiglie con un reddito ISEE tra zero e 25.000, mettendo sullo stesso piano famiglie con un reddito bassissimo e famiglie di condizione agiate.
Per rendere l'idea, un reddito ISEE di 25.000 euro corrisponde al valore di reddito di 50.000 euro percepito da una famiglia media con due figli e casa di proprietà con valore imponibile IMU di 110.000 euro.
La mensa scolastica è un servizio che va amministrato tenendo conto delle esigenze delle famiglie e non gestito secondo una logica matematica: in tot mesi il servizio costa X, i bambini che mangiano sono Y e quindi Z è il contributo che i genitori devono sborsare per coprire i costi al netto del minimo contributo comunale. Questa non è “politica”.
La Giunta continua ad ignorare che è un dovere civile e morale, prima che istituzionale, mostrare sensibilità e attenzione per i soggetti e le famiglie in difficoltà.
“Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parte uguali fra disuguali”diceva don Milani. 
 

venerdì 25 ottobre 2013

CHAPEAU ALLA SCUOLA

Stamattina ho accompagnato il  mio nipotino a scuola (materna di Castel di Sasso). Sono stato garbatamente richiamato dal bidello per il mancato rispetto dell'orario di ingresso dei bambini.Ho accolto il richiamo con piacere.
La scuola ha il dovere e lo scopo di formare gli alunni sin dalla più tenera età al rispetto degli altri , delle regole di convivenza e, non ultimo, al rispetto di chi vi lavora con coscienza.
Chapeau!

sabato 19 ottobre 2013



 LO SCONCIO
Era l'anno 1997 quando il consiglio comunale approvò(delibera n. 43/1997) il progetto preliminare per la realizzazione di una piazza in prossimità della scuola media.
Obiettivo dell'amministrazione era quello di realizzare entro l'anno successivo uno spazio per soddisfare la necessità di posti macchina nelle vicinanze del Municipio, delle scuole, dell'ufficio postale e al tempo stesso un luogo di relazione e aggregazione sociale nella prospettiva di uno sviluppo edilizio lungo via Parco.
A novembre 1997 ci furono le elezioni comunali che ci videro perdenti. La nuova amministrazione fece colpevolmente cadere il progetto nel dimenticatoio con tutte le conseguenze che ne derivarono anche per effetto di disposizioni di legge successivamente intervenute. Lo riprese solo alcuni anni dopo stravolgendolo con la previsione di nuove opere (centro servizi), spropositate rispetto alla reali esigenze di Pontelatone, facendo lievitare di circa otto volte  i costi previsionali del progetto.
Risulta difficile descrivere in un post i ritardi, le omissioni, le inefficienze, la miopia e le ottusità delle amministrazioni dal 1997 in poi, che hanno avuto come risultato il mancato completamento dell'opera ed il mancato abbattimento del rudere che dopo 16 anni fa ancora bella mostra di sé all'interno del paese.Quanto ancora bisognerà aspettare perchè lo sconcio venga eliminato?
 
 mappa piazza progetto preliminare 1997







Le condizioni del Sud.

( di Sergio Rizzo per il Corriere della Sera )----------
C'è da rimanere impietriti a guardare in quali condizioni versa il Sud. Il lavoro è una chimera, la povertà aumenta vertiginosamente, i giovani scappano, il divario con il resto del Paese diventa abisso. Per non parlare del macigno della criminalità.
L'ultimo rapporto del centro studi sull'economia meridionale Svimez ci consegna uno scenario angosciante, nel quale avanza soltanto una cosa: la desertificazione. Industriale, economica, ambientale. Perfino umana: nel 2012 il numero dei morti ha superato quello dei nati vivi.
CALO DELLA NATALITA'. Nella storia del Mezzogiorno d'Italia era accaduto soltanto due volte: nel 1867, pochi anni dopo l'unità, e nel 1918, anno dell'epidemia di spagnola. Un dato che segnala le proporzioni di un dramma destinato ad assumere proporzioni enormi, considerando che anche la fecondità femminile ha subito una preoccupante battuta d'arresto. Non si fanno più figli: 1,35 per ogni donna al Sud, 1,43 al Centro-Nord. Il rapporto Svimez ci dice che il ritmo dell'emigrazione è ormai costante. L'anno scorso sono scappati dalle Regioni meridionali in 112 mila. Negli ultimi vent'anni hanno definitivamente lasciato il Sud 2 milioni 700 mila persone. Fuggono i giovani, che sono il 70 per cento di chi emigra, fuggono le donne, che sono il 50 per cento, fuggono i laureati, che sono il 25 per cento. Né il flusso di immigrati riesce a compensare questo inesorabile esodo, considerando che vanno quasi tutti al Centro-Nord: sette persone su otto.
NATALITA' NEL MONDO. Le proiezioni dicono che continuando così per il 2050 il Sud avrà perduto altri 4 milioni 200 mila abitanti. «Poco oltre la metà del secolo in corso - avverte il rapporto - il Mezzogiorno è destinato a diventare una delle aree con il peggior rapporto tra anziani inattivi e popolazione occupata e con la più alta percentuale di ultraottantenni sul totale della popolazione complessiva».
EMIGRANTI ITALIANI. La grande fuga ha ragioni innanzitutto economiche, anche se non sono le uniche. Perché se la crisi ha messo in ginocchio il Paese, il Sud è letteralmente al tappeto. Un dato ci dice tutto: nel 2012 il Pil procapite, cioè la ricchezza prodotta da ciascuno, è pari al 57,4 per cento di quello del Centro-Nord. In media 17.264 euro contro 30.073. I più poveri in assoluto sono i calabresi, con 16.460 euro. Appena sopra quella soglia, i campani (16.462) e i siciliani (16.546). Il Prodotto interno lordo del Mezzogiorno è pari oggi al 30 per cento di quello del resto del Paese: nel 2007, prima che la Grande depressione iniziasse, era il 31,1. ITALIA Il divario è addirittura più ampio rispetto a quello che si registrava quarant'anni fa e dal 2005 aumenta progressivamente. Tanto da rendere concreto il rischio di quello che il ministro della coesione Carlo Trigilia, sociologo siciliano autore del libro «Non c'è Nord senza Sud» chiama «la trappola del sottosviluppo». Dal 2007 al 2012 il Pil meridionale è piombato giù del 10 per cento, a fronte di un calo del 5,8 per cento nel Centro-Nord. I dati Svimez dicono che, andando avanti di questo passo, per colmare il fossato che separa le due Italie ci vorrebbero quattro secoli. Ancora. Nei cinque anni considerati i consumi delle famiglie sono scesi del 9,3 per cento, contro il 3,5 per cento del Nord. Gli investimenti industriali sono crollati del 47 per cento. Soltanto fra il 2009 e il 2012 il settore manifatturiero meridionale ha perduto il 20 per cento degli occupati, lasciando per strada 158.900 persone. La disoccupazione «ufficiale» media è al 17 per cento, a fronte dell'8 per cento nel resto d'Italia. Nel 2012 il 60 per cento dei senza lavoro meridionali si trovava in quella tragica condizione da più di un anno. Di conseguenza, il tasso di occupazione delle persone in età lavorativa, compresa cioè fra 15 e 64 anni, è ai minimi termini: 43,8 per cento, 20 punti esatti meno del 63,8 per cento che si registra nel Centro-Nord. Nel primo trimestre del 2013 il Sud ha perduto altri 166 mila posti di lavoro, con il risultato che il numero degli occupati è sceso sotto la soglia dei 6 milioni: non accadeva dal 1977, trentasei anni fa. I giovani sono letteralmente falcidiati, con un tasso di disoccupazione del 28,5 per cento, cresciuto di dieci punti rispetto al 2008, quando la crisi è iniziata. Il conto, di cui è in gran parte responsabile una classe dirigente inadeguata, adesso lo pagano loro. Quelli che restano, almeno.



giovedì 17 ottobre 2013

LA MANOVRA DEL GOVERNO LETTA

Grazie alla manovra finanziaria 2014 del “coraggioso” Governo delle larghe intese, i lavoratori del pubblico impiego vedranno ulteriormente diminuire i loro redditi mentre i lavoratori dipendenti del privato avranno in busta paga ben 15 euro (lordi ) in più al mese!
Bravo Letta, la RIPRESA è INIZIATA!

mercoledì 16 ottobre 2013

 IL PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC)
Alcuni consiglieri di un Comune non molto distante dal nostro,tempo fa, hanno attaccato duramente il loro Sindaco perchè a distanza di un anno dal conferimento dell'incarico al tecnico progettista non era stata ancora depositata al Comune una benchè minima ipotesi di Piano Urbanistico, fondamentale strumento di sviluppo economico-sociale del territorio comunale.
Viene da sorridere pensando ai fatti di casa nostra.
A Pontelatone l'incarico ai tecnici per la redazione del PUC risale al marzo 2005 e, ad oltre otto anni dall'incarico, del Piano non si è vista neppure l'ombra di una bozza.
Ad una mia formale interrogazione nella passata consiliatura ,con la quale chiedevo ragione dei ritardi e se ci sarebbe stato il da noi sollecitato incontro con i tecnici incaricati della redazione del PUC, l'ineffabile assessore all'urbanistica dell'epoca Domenico Izzo mi rispose “ la riunione sarà convocata quanto prima”(V. Delibera consiglio comunale n. 48/2009). Campa cavallo.......
Neppure il nuovo assessore tecnico , l'arch. Raucci, in due anni e mezzo, ha cavato un ragno dal buco, disattendendo anche le sollecitazioni della Provincia e dello stesso S.E il Prefetto, che in una nota del 30.10.2012, indirizzata a tutti i Comuni della Provincia, invitava ad attivarsi con sollecitudine nell'opera di adeguamento del proprio strumento urbanistico al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).
Quali le conseguenze per la mancata approvazione del Piano Urbanistico.
Agli evidenti ritardi nello sviluppo economico e sociale del territorio di Pontelatone si aggiungono problemi di non poco conto non solo per il settore edilizio ma anche per la gestione amministrativa dell'ente.
Infatti, trascorsi diciotto mesi dall'entrata in vigore del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), nei comuni della provincia di Caserta, privi del Piano urbanitico approvato, si applicheranno le disposizioni dell'articolo 9 del Testo Unico dell'edilizia( DPR 380/2001).
Nella Provincia di Caserta il PTCP è approvato e vigente dal 17.7.2012 e quindi dal gennaio 2014 si dovrà fare riferimento al precitato art. 9 del DPR 380/2001.
L'applicazione di tale articolo consente solo interventi di manutenzione o restauro degli edifici esistenti nei centri abitati, mentre fuori dai centri abitati si potrà costruire solo nel limite di 0,03 metri cubi per metro quadrato. In caso di interventi di natura produttiva , la superficie coperta non potrà superare comunque un decimo dell'area di proprietà.
In ordine al dimensionamento i Comuni dovranno adeguare il PUC alle più restrittive indicazioni formulate dalla Provincia.
Effetti anche sull'entrate tributarie. Per i comuni non dotati di Puc alla data del gennaio 2014, vi sarà un minor incasso dell'IMU, considerato che il declassamento dell'utilizzabilità delle aree edificabili, porterà ad una riduzione del gettito a partire dal 2014 e fino all'adozione del nuovo strumento urbanistico.
Siamo di fronte all'ennesima prova di incapacità di risolvere problemi incancrenitisi nella palude del pressapochismo e della superficialità.

POST SCRIPTUM:
Mi dicono, ma non so se corrisponde al vero, che componenti dell'amministrazione si risentono per i miei post. Me ne dispiace davvero.
Non è nella mia formazione intellettuale prendermela con le persone. Le mie critiche sono sempre legate all'aspetto politico e mai riconducibili alla sfera personale.
Le critiche ,anche dure, fanno parte della vita politica e vanno accettate in questo senso.Piuttosto che risentirsi le si prenda come spunto per correttivi e miglioramenti






martedì 15 ottobre 2013

IL POMPIERE INUTILE ( 2)
 
Per far funzionare un’amministrazione comunale, occorrono due validi schieramenti: una maggioranza e un'opposizione.
La maggioranza ha il compito di amministrare nel solco delle proprie convinzioni e l’opposizione quello di vigilare sull'attività della maggioranza e di contrastarne le scelte che non perseguono il bene comune , avendo fede nella bontà delle proprie ragioni.
In teoria c'è una terza via, quella di una  soluzione intermedia tra le diverse posizioni.
L'attuale situazione economica e i tagli agli enti locali fatti dal governo negli ultimi tempi impongono la massima attenzione nel gestire i Comuni per garantire ai cittadini i servizi a costi contenuti e uno sviluppo alle comunità.
E' finito il tempo della spesa facile,delle facili promesse ed è arrivato quello in cui tutti devono rimboccarsi le maniche e ricercare le ragioni dell'unità e della solidarietà.
Per queste e altre ragioni già note, ancora convinto che fosse proprio la terza via quella giusta da percorrere oggi nel nostro Comune, ho reindossato nei giorni scorsi i panni di pompiere e ho esperito un nuovo tentativo per favorire una intesa tra maggioranza e opposizione.
Un accordo, per il tempo che ancora manca alla conclusione del mandato del Sindaco, sulla base di un programma condiviso da tutti i gruppi consiliari.
Ho avuto al riguardo un incontro con il Sindaco. Speravo che il Sindaco , consapevole del suo ruolo e delle sue prerogative, dicesse finalmente una parola chiara sulla questione posta.
Invece, le solite simulazioni, i soliti traccheggiamenti: …..devo vedere.., iniziamo a …......, a giorni discuteremo del bilancio di previsione , inviterò anche la minoranza,...., mi devo convincere...... Quasi come se quell'opposizione,  che ha subito mortificazioni di cui ho fatto personale esperienza nella passata consiliatura, che ha evitato  all'amministrazione e allo stesso Sindaco problemi seri,che  è stata la sola a dimostrare senso di responsabilità nei confronti del paese, dovesse fare l'esame di affidabilità.
Per rispetto alla sua figura istituzionale non ho dato sfogo ai miei pensieri.
Ho riflettuto, deluso ho smesso l'abito di pompiere.

sabato 12 ottobre 2013

RUOLO DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE
Mettendo ordine tra le carte, ho trovato un ritaglio di articolo di un giornale del luglio 2008 che rimarcava quanto fosse importante in democrazia esprimere con determinazione e coerenza il proprio pensiero.
L'articolo riportava pure il testo di una lettera che Umberto Eco (*) aveva inviato, il 2 luglio del 2008, ai promotori della manifestazione dell'8 luglio in Piazza Navona a Roma in difesa della libertà di informazione e della legge uguale per tutti.

“Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare:

1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare.

2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia) e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini. Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia".
Umberto Eco (*)-semiologo,filosofo e scrittore di fama internazionale

Naturalmente la lettera di Umberto Eco fa riferimento ad avvenimenti molto più significativi di quanto accade nel nostro piccolo Comune, ma il ruolo che maggioranza e minoranza devono assumere in una vera democrazia sono, in quella lettera, perfettamente riassunti.
E proprio per onorare il mandato ricevuto dagli elettori, le due minoranze (“Insieme per la Rinascita” e “ Nuova Voce”) devono far sentire la loro voce non solo esprimendo il proprio dissenso in Consiglio Comunale con il voto contrario alle scelte che non perseguono l'interesse collettivo, con le interrogazioni,le  mozioni ecc, ma anche denunciando con forza all'opinione pubblica le malefatte della maggioranza.
Tanto più quando si trova davanti ad una maggioranza che attraverso la mercificazione del diritto al voto si è garantito, in maniera autoreferenziale, la gestione perenne del potere e tenta di impedire, nei fatti, una svolta democratica nell'amministrazione del paese.
Tanto più quando si trova davanti ad una maggioranza che ha abbondantemente dimostrato di non sapere amministrare il paese nel rispetto delle regole democratiche e che fa valere solo la forza del numero con consiglieri comunali che votano a scatola chiusa, senza riflettere sul fatto che non sono stati eletti per dire sempre sì, ma per porsi delle domande, per discutere e anche per dissentire quando il caso lo richieda.
Tanto più quando si trova davanti ad una maggioranza che per oltre un decennio ha privilegiato gli interessi privati a scapito di quelli pubblici,penalizzando lo sviluppo del paese.
Quando ci si trova davanti ad una siffatta maggioranza l'opposizione non deve limitarsi alla passerella in Consiglio Comunale per dovere di visibilità.










giovedì 10 ottobre 2013

giovedì 3 ottobre 2013

LAMPEDUSA: Un mare di morti
La strage di migranti a Lampedusa evidenzia ancora una volta  in modo drammatico il fallimento delle politiche sull'immigrazione dell’Italia e dell’Europa.
L'Unione Europea ci ha lasciati soli, senza  pensare ad una strategia comune   per aiutare i Paesi del Mediterraneo , come Spagna, Grecia e soprattutto Italia, che devono tenere fronte all’impatto dei flussi migratori. 
I primi a pagare a caro prezzo per questi errori sono proprio quei disperati che scappano da guerre e miseria in cerca della terra promessa, e finiscono per trovare la morte in mare.
Pur di fronte a simili tragedie non manca, ancora una volta, la speculazione politica della  Lega Nord che,  accusa di "responsabilità morale" la Presidente della Camera Boldrini e il ministro Kyenge.
A questi signori, che sono tra i responsabili di questa situazione tanto da aver fatto condannare l'Italia dalla Corte dei diritti dell'Uomo, non si può che rispondere con l’unica parola espressa anche da Papa Francesco.

LA LETTERA SCRITTA DAI DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO RUSSOLI DI PISA: “Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti...