giovedì 23 luglio 2009

LA LEGALITA' NELLA POLITICA

Ragazzi,perchè non aprire una discussione su " legalità nella politica?".
Forza, fatemi sapere cosa ne pensate.


Come base di partenza riporto uno stralcio del discorso agli amministratori locali della Lombardia del cardinale Tettamanzi.
Buona discussione

DAL DISCORSO DEL CARDINALE TETTAMANZI AGLI AMMINISTRATORI LOCALI (2005)
"Vorrei intrattenermi con voi su un argomento che ritengo molto importante, un argomento, per così dire, antico e nuovo insieme. Mi riferisco alla questione della legalità, della correttezza del ben operare, dell’onestà, termine forse di “antico stampo”, ma non certo desueto.
Sulla legalità già in passato, nel 1991, la Commissione ecclesiale Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana aveva pubblicato una Nota pastorale – dal titolo Educare alla legalità – in riferimento ad alcune complesse situazioni riguardanti il nostro Paese.
Dico subito che una riflessione sulla legalità e sull’onestà non riguarda solo i pubblici Amministratori, ma tutti i cittadini, tutto il corpo sociale nel suo insieme. Basterebbe a dimostrarlo uno sguardo sui tristissimi fatti di camorra, che proprio in questo periodo stanno segnando profondamente e dolorosamente alcune importanti aree italiane, e sui comportamenti che talvolta assume l’intero corpo sociale delle stesse aree colpite.

Tuttavia, non possiamo non ricordare le parole della Nota pastorale appena citata: Se mancano chiare e legittime regole di convivenza, oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, con la conseguenza che la libertà è messa a rischio fino a scomparire. La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini..
Occorrono, dunque, delle «regole di convivenza». E non può esserci arbitrio alcuno nell’applicazione di tali regole: non c’è distinzione tra il “mio” amico e il “mio” nemico, tra quello che appartiene alla “mia” parte e quello che non appartiene alla “mia” parte. In realtà, la “mia” parte non può che essere quella del bene comune, della ricerca costante di questo stesso bene, «meta e impegno che unifica gli uomini al di là della diversità dei loro interessi»
Così mi piace pensare ad Amministratori locali rispettosi della legalità, non per vuoto formalismo, ma perché convinti della “sostanza” della legalità, pienamente consapevoli che anche da lì passa la strada del bene comune.
Mi piace, insieme, pensare ad Amministratori locali “custodi” della giustizia, nemici dell’arbitrio, difensori della legalità e della pratica delle leggi.
A nessuno – tanto più a chi, come voi, amministra il pubblico bene – è lecito piegare la norma a proprio uso e consumo o ad uso e consumo dei propri “amici”!

Il primo compito che spetta agli Amministratori è, allora, la pratica della legalità.

Ma ad essi spetta anche un compito preciso di vigilanza sull’intera “struttura” loro affidata, perché anch’essa persegua il bene comune usando lo stile della legalità e rispettando forma e sostanza della legge.

Questo compito di vigilanza è spesso sottovalutato e non è vissuto fino in fondo. Così accade talvolta che gli uffici, i servizi, gli apparati burocratici, persino gli stessi dirigenti prendono il sopravvento e giocano il loro ruolo a difesa di se stessi e non per il bene comune.

RIPORTO ANCHE UN BREVISSIMO STRALCIO DELLA PASTORALE DELLA CEI DEl 1991 "EDUCARE ALLA LEGALITA'"

"Chi ha responsabilità politiche e amministrative abbia sommamente a cuore alcune virtù, come il disinteresse personale, la lealtà nei rapporti umani, il rispetto della dignità degli altri, il senso della giustizia, il rifiuto della menzogna e della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, e magari anche contro chi si definisce impropriamente amico, la fortezza per non cedere al ricatto del potente, la carità per assumere come proprie le necessità del prossimo, con chiara predilezione per gli ultimi. Non siano mai sacrificati i beni fondamentali della persona o della collettività per ottenere consensi; l’azione politica da strumento per la crescita della collettività non si degradi a semplice gestione del potere, né per fini anche buoni ricorra a mezzi inaccettabili. La politica non permetta che si incancreniscano situazioni di ingiustizia per paura di contraddire le posizioni forti"

mercoledì 22 luglio 2009

CAPACI DI RIALZARSI

E' ormai ora di svegliarsi, di alzare la testa. L'incapacità dell'Amministrazione Comunale di dare una spinta alla vita sociale, economica e culturale al nostro paese è una spiacevole realtà, che è sotto gli occhi di tutti.
Una realtà che va cambiata al più presto. Ma il cambiamento potrà avvenire solo se incominciamo a ragionare senza pregiudizi, a mettere da parte i personalismi, a capire una volta per sempre che la scelta degli amministratori non deve essere indirizzata verso chi è più amico o più abile nel promettere, verso i più simpatici o più forti, ma verso quelli che, con la necessaria competenza, hanno a cuore il bene pubblico.
Pontelatone appare oggi come un pugile suonato, ripiegato su se stesso,indifferente, che accetta tutto, anche le cose più spregevoli. L'assenza di vere guide spirituali e di amministratori con uno spiccato senso morale hanno di fatto degradato il tessuto sociale.
E' necessario, allora, che i cittadini escano dall'indifferenza, dal torpore e diano forza a giovani seri e preparati per realizzare una politica seria, capace di realizzare fatti concreti che diano vero sviluppo economico e sociale al nostro territorio.
Saremo capaci di rialzarci?

LA LETTERA SCRITTA DAI DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO RUSSOLI DI PISA: “Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti...