RICEVO E PUBBLICO
Gentile Amedeo,
Il giorno 11 di questo mese verso le 17:30, mentre percorrevo la variante sul Volturno, gettando lo sguardo verso ovest, ho osservato una grande nuvola di fumo, che poi si è saputo provenire dall’incendio della discarica ilside. Era molto densa, completamente nera, leggermente inclinata verso est. Mostrava movimenti impetuosi e vorticosi. Si presentava minacciosa e si allargava verso l’alto. Dalle sue caratteristiche appariva più pericolosa delle nubi prodotte dagli incendi nei boschi. Dall’angolo rispetto all’orizzontale e dalla distanza sembrava abbastanza alta. Ho chiuso ermeticamente i finestrini dell’autovettura e spento il climatizzatore. Subito ho avvertito sentimenti di smarrimento, scoramento, preoccupazione, paura. Pensavo all’eventuale tossicità della nube nell’atmosfera e al fallout sul suolo. Questi fenomeni, che consideravo sempre sufficientemente lontani, all’improvviso si dispiegavano nella porzione di cielo del mio orizzonte. Meditavo sulle conseguenze indotte sui territori fertili e incontaminati di Pontelatone. Rimuginavo sul mio hobby di coltivare gli ortaggi per la famiglia, in un modesto appezzamento di terreno di questo comune, in modo quasi biologico senza uso di pesticidi. Riflettevo sulla mia estenuante lotta preda-predadore per sopprimere le dorifore delle patate e i vermi dei broccoli, che mangiano le foglie e distruggono le piantine. Mentre immaginavo l’inutilità dei miei sacrifici, la tristezza si trasformava in rabbia verso coloro che “non sanno quello che fanno” per non dire “sanno quello che fanno”. Non si tratta soltanto di ossessiva piromania, ma di disegni mirati a produrre danni devastanti. Se i responsabili abitano negli ambienti dell’incendio, non hanno amor proprio e per la famiglia né altruismo, se invece risiedono altrove nutrono odio per gli altri. Spetta alla magistratura assicurare alla giustizia i colpevoli del reato. Intanto, in questi giorni sono stati provocati altri roghi in tutta la regione Campania, diventando ancora di più terra dei fuochi: colline di S. Leucio, discarica di S. Prisco, colline di Posillipo, bosco del Vesuvio, ecc.. Bruciare la vegetazione non è solo un illecito, un vilipendio alla natura, un abbattimento dei polmoni verdi dei luoghi, ma produce anche disastri ambientali.
Dalla lettura dei giornali online emerge che per l’incendio ilside:
il Sindaco del comune di Bellona ha stabilito opportuni divieti;
le misure arpac del giorno 11 c.m. hanno rilevato la presenza in atmosfera di sostanze nocive come benzene, formaldeide, acetaldeide;
la popolazione del suddetto comune ha manifestato contro l’incendio;
si è svolta un’audizione regionale, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del comune di Pontelatone, per stabilire opere di bonifiche;
il verbale arpac asserisce che il rogo ha interessato la totalità dei rifiuti ad esclusione di plastica, gomma e amianto, la combustione dei rifiuti pericolosi è stata quasi globale, particolare odore acre si sprigionava dalla combustione di pitture e vernici di scarto, circa il 90% dei rifiuti oggetto di incendio era costituito da cumuli provenienti dalla selezione meccanica dei rifiuti urbani differenziati.
Senza creare allarmismo, mi chiedo se i terreni di Pontelatone, prossimi alla discarica, hanno subito l’azione di agenti tossici. Nell’attesa di conoscere le valutazioni arpac, mi auguro che la comunità investita dai fumi possa essere rassicurata sull’integrità dell’ambiente in cui vive. Mentre lancio questo messaggio di speranza, vengo a sapere che ieri un terribile incendio è stato appiccato a un deposito di elettrodomestici di Pastorano. Ma è possibile che alcuni hanno il potere assoluto di alterare le condizioni ambientali di zone storicamente salubri?
Pasquale Catone