mercoledì 30 aprile 2014

Consiglio comunale

Ho assistito nel pomeriggio alla seduta del Consiglio Comunale dove si è trattato del conto consuntivo e della modifica dello Statuto per garantire la presenza femminile in Giunta.
Peccato davvero che i consigli comunali non vengano trasmessi via web ed altre diavolerie moderne. Nessuna cronaca e nessuna penna possono raccontare avvenimenti che si collocano tra il ridicolo e il tragicomico.

sabato 26 aprile 2014

 DIKE e AIDÒS
Ho da poco terminato di esaminare il conto consuntivo 2013, deliberato dalla Giunta Comunale del nostro Comune, che verrà portato nei prossimi giorni all'approvazione del Consiglio Comunale.
Avendo memoria della disputa dello scorso anno tra maggioranza e minoranza sulla veridicità e attendibilità del conto consuntivo anno 2012, sono rimasto sbigottito nel ritrovare nel conto consuntivo 2013 voci  che, riconosciute  dalla stessa maggioranza insussistenti ,  rendono il conto  nuovamente e palesemente non veritiero.
Errare è umano, è il perseverare con arrogante strafottenza ad essere diabolico.
 Mentre esaminavo il Conto, istintivamente il pensiero è andato lontano nel tempo, al mio professore di filosofia.
Voi direte, che c'azzecca il professore di filosofia.  C'azzecca.....C'azzecca.
La sua ora di lezione si svolgeva nel massimo silenzio, era un piacere ascoltarlo. Era un “patito” di Platone che spiegava con eccezionale bravura. Indimenticabile un suo commento su il dialogo “Protagora” che, come quasi tutti i dialoghi platonici, ruota intorno alla figura di Socrate che in questo caso discute con Protagora,filosofo di Abdera, sulla virtù politica.
Nel Protagora, Platone riporta il grande mito sulla costituzione delle Polis (città). Per farla breve, Zeus, re degli dei (nella mitologia greca), dona agli uomini due virtù, affinché possano costituire le città e amministrarle con “sapienza politica”il senso della giustizia (Dike) e il senso della vergogna (Aidòs).
Letteralmente sarebbe solo giustizia e vergogna/pudore, ma vengono  tradizionalmente tradotti così.
Dunque, un Politico degno di questo nome, per poter svolgere questa nobilissima arte di amministrare la cosa pubblica deve avere queste due virtù.
Ecco, se potesse vedere cosa avviene nel nostro Comune(non mi riferisco al solo rendiconto),  sono certo che il mio professore, con la sua voce calma e pacata, mi direbbe: giovanotto (così ci chiamava)  nella tua Polis scarseggia  Dike , ma ancor più  Aidòs.

 
Post scriptum: 
La mancanza di una adeguata cultura di governo della cosa pubblica  dei nostri amministratori si è manifestata ancora una volta con quegli  atteggiamenti spregiudicati e arroganti che hanno danneggiato non solo materialmente ma anche e soprattutto moralmente la nostra comunità e la sua stessa civile convivenza.

Una funzione nobile, qual'è la rappresentanzadi tutti i cittadini, dovrebbe essere svolta con ben altra serietà e senso dell'etica pubblica a prescindere dalle responsabilità.

Di seguito, e a solo titolo di informazione,  sintetizzo una  recente sentenza della Cassazione  che recita :
Il delitto di falso ideologico di pubblico ufficiale in atto pubblico(1), di cui all’art. 479 del codice penale. è connotato dal dolo generico; per cui è sufficiente la consapevolezza di “immutatio veri” (vale a dire la consapevolezza di dichiarare il falso) e non è richiesta l’intenzione di cagionare un danno o di raggirare il destinatario del documento. La volontà e la consapevolezza di formare un atto falso, non  vanno confuse con la volontà di servirsi di esso per raggiungere fini contra legem; con la conseguenza che il delitto sussiste non solo quando la falsità sia compiuta senza l’intenzione di nuocere, ma anche quando la sua commissione sia accompagnata dalla convinzione di non produrre alcun danno, rilevando esclusivamente la coscienza e la volontà di dare un’immagine non corrispondente al vero ai conti del Comune.


(1) i consiglieri comunali nel momento in cui svolgono le loro funzioni sono pubblici ufficiali.





venerdì 25 aprile 2014



25 aprile

La Liberazione ci halasciato tante storie di sofferenze . Riporto la  storia di  Armando Amprino, che il 22 dicembre 1944 veniva fucilato a Torino dai Repubblichini.
Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt’e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi.
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí… Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po’ di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. la mia roba, datela ai poveri del paese. Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso.
Vostro figlio Armando
NON BASTA LA RABBIA
Il fenomeno è ormai noto, e certo non è solo locale(Grillo docet): la rivolta contro ogni forma di rappresentanza(maggioranza, opposizione), i partiti, i sindacati, le istituzioni. E' ormai palese che la rabbia alimentata dalla crisi e moltiplicata dalla Rete Internet brucia tutti nello stesso rogo colpevoli e innocenti, senza badare alle responsabilità.
La rete sembra ormai bar di paese in cui ognuno può spararla grossa su tutto.I bar di paese erano un luogo importante, ma ci andavano pochi e parlavano sempre i soliti.Ora ci vanno in tantissimi e rifanno ogni giorno la formazione della squadra del cuore, della nazionale, dell'amministrazione locale, del governo nazionale e altro ancora. Tutti si sentono legittimati a prendere la parola.
Per fortuna della democrazia. Per sfortuna della democrazia. Il confine è sottilissimo e molto confuso.
Questa è l'era dello sciame, nel quale è facilissimo "partecipare" senza prendersi nessuna  responsabilità personale, senza accorgersi, mentre si sputa veleno, che si fa male alle persone.
Capisco la rabbia dei giovani, è giustificata, ma non basta la rabbia per cambiare le cose.

martedì 22 aprile 2014

LE INTESE EXTRA-LARGE
Succede a Pompei Gallo--620x420 
A Pompei, Franco Gallo si presenta candidato Sindaco in una coalizione  di 16 liste, civiche e di partiti, tra cui PD e Forza Italia. Il ridicolo è riuscito

domenica 20 aprile 2014

 RAGAZZO MIO

Buona domenica, con un bellissimo e anche attuale brano di Luigi Tenco.

…Ragazzo mio, un giorno ti diranno che tuo padre 
aveva per la testa grandi idee, ma in fondo, poi…. 
non ha concluso niente 
non devi credere, no, vogliono far di te 
un uomo piccolo, una barca senza vela 
Ma tu non credere,no, che appena s’alza il mare 
gli uomini senza idee, per primi vanno a fondo 
Ragazzo mio…un giorno i tuoi amici ti diranno 
che basterà trovare un grande amore 
e poi voltar le spalle a tutto il mondo 
no, no, non credere,no, non metterti a sognare 
lontane isole che non esistono 
non devi credere,ma se vuoi amare l’amore 
tu,…non gli chiedere quello che non può dare 
Ragazzo mio, un giorno sentirai dir dalla gente 
che al mondo stanno bene solo quelli che passano la vita a non far niente 
no,no,non credere no, 
non essere anche tu un acchiappanuvole che sogna di arrivare 
non devi credere, no, no, no non invidiare 
chi vive lottando invano col mondo di domani…

sabato 19 aprile 2014

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Auguro ogni bene a questa sgangherata Italia,pur sempre amata, sperando che si riprenda.
Buona Pasqua, sinceramente, a tutti coloro che leggeranno queste righe e anche a coloro che non le leggeranno.

lunedì 14 aprile 2014


PARITA' DI GENERE
La scorsa settimana il Consiglio Comunale di Pontelatone ha discusso la proposta di modifica dello Statuto Comunale, come peraltro imposto dalle legge 215 del 23 novembre 2012, relativa alla presenza delle donne in Giunta presentata dai consiglieri di minoranza. L'argomento è stato rinviato(vedi delibera all'albo pretorio on line del Comune).
Quando si tratta di legiferare in Parlamento o deliberare a livello locale per i diritti delle donne c'è sempre motivo per rinviare, per dire che il problema è un altro.
Sull'argomento può essere utile leggere l'articolo di Francesca Izzo, pubblicato lo scorso mese di Marzo dall'Unità. 

Altro che quote rosa, è democrazia paritaria di Francesca Izzo(1)


francesca izzo 18 marzo 2014

È accaduto con la parola Femminicidio al principio c’era una resistenza fortissima ad usarla perché brutta e urticante, ma poi l’ha spuntata perché è l’unico termine appropriato per denotare l’uccisione di una donna solo perché è donna. Quando con una grande campagna di informazione si è chiarito che mariti, fidanzati, conoscenti le uccidono perché, aspettandosi acquiescenza e subordinazione, non riescono invece a tollerare la loro libertà e il loro rifiuto, allora il termine è diventato di uso corrente.
Ecco ora siamo alle prese con un’analoga situazione, forse ancora più difficile. L’espressione che deve entrare nell’uso comune è «democrazia paritaria» ma deve combattere per affermarsi contro quella semplice e diffusa di «quote rosa». In questi giorni di quote rose se ne è scritto e detto a destra e manca per raccontare dell’iniziativa di un consistente numero di deputate di inserire nella nuova legge elettorale il principio della parità. Chi si è dichiarato a favore chi contro, ma tranne pochissime eccezioni, tutti a parlare di quote rosa.
Appena qualche giorno fa, ad esempio, Gian Antonio Stella ne ha sostenuto la necessaria e temporanea introduzione per vincere uno storico gap. Invece una platea vasta, arringata a sorpresa ieri sera a Che tempo che fa da una Luciana Littizzetto anti-quote, è duramente contraria perché respinge le tutele, vuole il merito e non i recinti protetti. Soprattutto le giovani donne si mostrano ostili: hanno misurato a scuola, negli studi, nei concorsi il loro valore e sanno di poter competere alla pari con i loro coetanei e quindi non vogliono essere ricacciate nel ghetto degli svantaggiati, di quote infatti si parla per chi ha degli handicap, per le minoranze …
Hanno pienamente ragione: le donne non sono una minoranza e per giunta oggi le giovani donne sono forti, preparate e competitive, altro che svantaggiate. E allora? Il fatto è che le parole sono le cose e usare la parola quota per indicare qualcosa di diverso produce terribili fraintendimenti.
Democrazia paritaria è l’espressione adeguata. Adeguata ad indicare che la rap- presentanza del popolo (quella che con il voto eleggiamo in Parlamento), per essere democratica e non «oligarchica», deve dare «rappresentazione» del dato basilare che il popolo è fatto per metà da uomini e per metà da donne e che quindi la composizione parlamentare deve essere paritaria. I criteri con i quali vengono scelti i rappresentanti, cioè i famosi merito, qualità e competenza dei candidati riguardano in egual misura sia gli uomini che le donne e prescindono dalla regola paritaria, a meno che non si pensi che merito, qualità e competenza abbondino tra gli uomini e scarseggino tanto drammaticamente tra le donne da dover ricorrere a sciocche incompetenti per rispettarla.
La democrazia paritaria non configura alcuna concessione, alcun regalo o tutela, è la semplice presa d’atto (frutto però di un’epocale rivoluzione culturale e politica) che il popolo sovrano è fatto di uomini e donne e non è una nozione neutra, indistinta. È stata quella nozione neutra a consentire, anche nella storia repubblicana, di considerare «normale» che la rappresentanza fosse monopolizzata dagli uomini e che la presenza delle donne fosse un’anomalia, un’eccezione da giustificare con meriti altrettanto eccezionali. Questa visione, diffusa ancora oggi, è l’eredità di un lungo passato che non vuole passare, nel quale la politica era per definizione cosa esclusivamente di uomini e alle donne era vietato, proibito di occuparsene e qualcuna, per sfidare il divieto, ci ha rimesso pure la testa.
La democrazia paritaria è il compimento della democrazia, perché porta a compimento l’inclusione delle donne nella polis. E fa anche un’altra cosa non meno rilevante: sottrae all’arbitrio o alla «generosità» degli uomini che ne detengono le chiavi una parte del potere di decidere, rendendo più libere le donne.
Non si chiedono meriti o medaglie speciali alle donne per entrare nella cittadella della rappresentanza, né ci aspettiamo azioni miracolistiche dalla loro presenza. Ma credo sia chiaro a tutti che una rappresentanza popolare composta per metà da donne, cambiamenti nella concezione e nella concreta azione politica li produce e sicuramente in meglio, vista la crisi drammatica di credibilità e di fiducia delle istituzioni rappresentative.




(1)Nata a Formicola (Caserta, Campania) il 10 luglio 1948  
laurea in lettere e filosofia;docente universitario,ricercatore di scienze orientali



domenica 13 aprile 2014

CANCELLATA DETRAZIONE CONIUGE A CARICO?  
Brutta sorpresina per tutte le famiglie all’interno della legge delega per la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs act.
Il governo Renzi, nella norma, ha inserito una “postilla” che punta alla cancellazione delle detrazioni per il coniuge a carico, vala a dire  tagli ad alcune detrazioni fiscali come quelle relative al coniuge a carico, finora concesse ai nuclei monoreddito.
L’allarme è stato lanciato da Avvenire, quotidiano di riferimento della Cei, che ha scoperto che questo taglio si trova all’interno della legge delega, un po’ nascosto per la verità, e per la precisione nell’ultima pagina della scheda, dove si fa riferimento al capitolo dedicato alla «Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali».
Al punto c) si legge: «Abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare».
Traducendo: si abolisce la detrazione per il coniuge a carico e si introduce un incentivo per quelle donne che lavorano e hanno figli minori e sono al di sotto di un certo reddito.

Cosa cambierà. Questa norma cancellerà l’unico sostegno economico per le donne che scelgono di rimanere a casa per curare i figli e gli anziani genitori.
Una scelta penalizzante, dunque, anche se economicamente modesta – si tratta infatti di circa 800 euro l’anno per i redditi medio-bassi, riconosciuti al marito o alla moglie che lavora, mentre l’altro coniuge rimane a casa.
Il rischio è quello che la famiglia (in particolare le donne) si troverà a dover delegare badanti o baby sitter alle quali girare il reddito che si guadagna con l’impiego esterno .(p.a.)

sabato 12 aprile 2014


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Si chiama o#campolibero, ed è il piano di azioni per semplificazioni, lavoro, competitività e sicurezza studiato dal governo per il settore agroalimentare, con alcune interessanti misure: mutui a tasso zero per imprese agricole condotte da giovani under 40; incentivi all’assunzione di giovani; credito d’imposta per e-commerce; credito d’imposta per piattaforme distributive all’estero; apertura Società agricola in 60 giorni (Riduzione dei tempi del silenzio/assenzo); semplificazioni per la vendita diretta; sportello telematico automobilistico anche per settore agricolo; semplificazioni per settori biologico e vitivinicolo

giovedì 10 aprile 2014

UN PENSIERO AL GIORNO

 "In tempo di inganno universale, dire la verità diventa un atto rivoluzionario"

(George Orwell)

mercoledì 9 aprile 2014

Provincia

La settimana scorsa la Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge che prevede l'abolizione delle province. In realtà , in attesa della riforma del titolo V della Costituzione ,le Province non scompaiono, ma si svuotano di competenze e si trasformano in enti territoriali di area vasta di secondo grado, guidati da un presidente indicato dai sindaci e dai consiglieri comunali della Provincia, il quale governa il territorio con l’Assemblea dei sindaci e il nuovo Consiglio provinciale formato da 10 a 16 componenti scelti tra gli amministratori locali.
In poche parole i  presidenti di Provincia non saranno più eletti dai cittadini, ma indicati all’interno di una assemblea formata dai sindaci dei Comuni del territorio di riferimento. Ad esempio, il futuro presidente della Provincia di Caserta sarebbe  scelto tra i sindaci dei Comuni della zona  e percepirebbe soltanto lo stipendio da sindaco.
Nulla cambia anche per gli  impiegati provinciali, che rimarranno anche loro negli attuali uffici. Insomma, le Province continueranno a esistere sotto mentite spoglie e continueranno a essere guidate dalla politica, solo senza l’elezione diretta degli organismi di vertice da parte dei cittadini italiani!
Per quanto riguarda il relativo taglio dei costi della politica – che deriverebbe da quella che sembra più un’operazione di facciata che di sostanza – anche la Corte dei conti ha giudicato il ddl Delrio “inefficace” !
Le competenze provinciali vengono trasferite a Regioni e Comuni, ad eccezione dell’edilizia scolastica , della pianificazione dei trasporti e della tutela dell’ambiente.
Fino al 2015 saranno rette da commissari. Fino a quando non prenderanno vita i nuovi enti le Province saranno rette da commissari (si tratterà degli attuali presidenti di Provincia che cambieranno nome in commissari) in quanto non si voterà per le rielezioni degli organi provinciali in scadenza nel 2014.
Il vero pilastro della riforma è la nascita delle città metropolitane. A partire dal primo gennaio 2015: Napoli, Milano, Torino, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e Reggio Calabria (quest’ultima dal 2016) saranno i nuovi Comuni metropolitani. A questi va aggiunta Roma Capitale, con poteri speciali. Dieci in tutto, per cominciare, a cui in futuro si uniranno Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste (serve un provvedimento delle Regioni a statuto speciale in cui ricadono). A regime le nuove 15 grandi aree territoriali sostituiranno le Province in termini territoriali. A guidarle sarà un sindaco metropolitano che, a differenza dei presidenti delle “nuove Province” potrà anche essere eletto, ma solo nel caso venga previsto da un’apposita legge. In caso contrario, il presidente coinciderà con il sindaco della principale città e non percepirà alcuna indennità aggiuntiva. La città metropolitana avrà altri due organi: il consiglio metropolitano, indicato dal sindaco, organo di indirizzo e controllo, e la conferenza metropolitana, composta dai sindaci dei Comuni del territorio, che delibererà lo statuto e avrà funzione consultiva sul bilancio.
Altra novità la disciplina delle Unioni dei Comuni che diventerà più semplice, con due sole tipologie: quella per l’esercizio associato facoltativo di funzioni specifiche e quello per l’esercizio obbligatorio delle funzioni fondamentali.  Per quest’ultima viene confermato il limite demografico ordinario pari ad almeno 10.000 abitanti, ma viene abbassato per i soli comuni montani a 3.000, e viene spostato il termine per l’adeguamento dei comuni all’obbligo di esercizio associato delle funzioni fondamentali dal 1* gennaio al 31 dicembre 2014. E’ prevista la gratuita’ delle cariche negli organi delle unioni di comuni ed e’ estesa l’applicabilita’ delle disposizioni in materia di ineleggibilita’, incandidabilita’, incompatibilita’ e inconferibilita’ relative ai comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti al primo mandato degli amministratori del comune nato dalla fusione o delle unioni di comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
Per i piccoli Comuni  in generale viene stabilito che per i Comuni con popolazione fino a 3mila abitanti il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da dieci consiglieri e il numero massimo degli assessori è stabilito in due; per i Comuni con popolazione superiore a 3mila e fino a 10mila abitanti, il consiglio comunale è composto, oltre che dal sindaco, da dodici consiglieri e il numero massimo di assessori è stabilito in quattro. Nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3mila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico. Ai sindaci dei Comuni con popolazione fino a 3mila è consentito un numero massimo di tre mandati.


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sabato 5 aprile 2014

Sogna ragazzo sogna

Sognate ragazzi. Buona domenica a tutti Voi, con una canzone del "professore" che vi invita a sognare, a vivere la vita con orgoglio e dignità e ad affrontare con coraggio le sfide che la vita pone.


giovedì 3 aprile 2014

Il Cud INPS

Il Cud dell’Inps quest’anno potrà essere ottenuto anche presso i Comuni e le pubbliche amministrazioni che hanno sottoscritto un protocollo con l’istituto di previdenza.
Con la circolare 45 del 28/03/14 l’Inps ha comunicato le modalità di rilascio del certificato unico dei redditi. Oltre ai Comuni sono confermati i canali già disponibili l’anno scorso:
-sito internet dell’Inps utilizzando il codice personale (Pin);
-spedizione a casa se il titolare lo richiede al call center (800-43-43-20);
-spedito alla casella di posta elettronica certificata del pensionato;
-rilascio da sedi territoriali Inps, uffici postali appartenenti alla rete “Sportello amico”, patronati, Caf e professionisti abilitati all’assistenza fiscale;
-sportello amico per gli over 85 titolari di indennità di accompagnamento.

Il Cud può essere rilasciato anche a un delegato o agli eredi del titolare.

mercoledì 2 aprile 2014

E' FINITA UN'EPOCA
Quando circa 40 anni, vincitore di concorso, "emigrai" a Torino, nella città si "sentiva" la Fiat  dappertutto. Perché la Fiat, per Torino,non è stata solo auto. E'stata molto di più, istruzione, cultura, sport,stile di vita.
Allora per il classico Torinese dire " lavoro alla Fiat" era un onore, un motivo di vanto.
Ricordo con quanto orgoglio la signora F., mia dirimpettaia sul pianerottolo diventata  amica di famiglia, diceva "sono impiegata della Fiat".
A Torino ieri è finito un mondo, è tramontata una epoca.
Si è tenuta per l'ultima volta una assemblea di azionisti Fiat in città.
Il prossimo anno, l'assemblea si riunirà ad Amsterdam (Olanda), in un albergo anonimo vicino all'aeroporto. Che cosa resta del rapporto simbolico tra Fiat e Torino? tra Fiat ed Italia ?
Nulla. 
Ormai il mondo ha cambiato pagina, dell'Italia che fu quinto paese più industrializzato del mondo resta solamente la memoria, forse nemmeno la memoria. 

LA LETTERA SCRITTA DAI DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO RUSSOLI DI PISA: “Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti...