venerdì 29 gennaio 2010

PROPOSTA PRESENTATA AL CONSIGLIO COMUNALE

Si riporta più sotto il testo della proposta presentata dal gruppo di minoranza il 22 gennaio 2010.

MOZIONE

OGGETTO: Istituzione “ Borse Lavoro” per i giovani

Il Consiglio Comunale

PREMESSO CHE

Il Comune di Pontelatone intende avviare delle borse lavoro rivolte a giovani disoccupati in condizione di svantaggio con una duplice finalità:
a)permettere ai giovani in situazione di disagio economico di raggiungere una relativa autonomia personale ed economica
b)valorizzare le risorse e le energie dei giovani, coinvolgendoli in attività che per la loro peculiarità possono essere particolarmente rispondenti alle loro aspettative;

Che a tal fine possono istituirsi borse di lavoro che prevedano l’affidamento di alcune attività di collaborazione e di coordinamento con i servizi comunali

Che le attività di collaborazione consistono in 90 ore mensili con un incentivo di 450 euro

Che le prestazioni connesse alla borse lavoro non costituiscono carattere di lavoro subordinato trattandosi di prestazioni d’opera occasionale nell’interesse del soggetto e della collettività

Che è possibile mettere a disposizione n 8 borse lavoro a favore di altrettanti giovani disoccupati, compresi nella fascia di età dai 18 ai 32 anni, residenti nel Comune di Pontelatone, finanziandole mediante quota parte delle somme incassate dalle attività in corso di recupero dell’evasione ICI e TARSU.


IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE :

1)a predisporre quanto necessario per l’attivazione di borse di lavoro consistenti in attività di collaborazione di 90 ore mensili con un incentivo di 450 euro, nei seguenti servizi:

Settore amministrativo n. 4 borse lavoro della durata di 6 mesi riservate a diplomati e laureati per attività di collaborazione e supporto nella sistemazione degli archivi comunali e per attività di informatizzazione di atti.

Settore manutentivo n. 4 borse lavoro della durata di 6 mesi riservate a diplomati della scuola dell’obbligo per attività di manutenzione e pulizia delle strade e delle aree verdi comunali

2)a provvedere all’iscrizione di apposito capitolo dell’importo di 23.000 euro nel bilancio di previsione anno 2010 per il compenso ai borsiti e l’assicurazione contro gli infortuni

3) ad emanare entro il 30.4.2010 il bando per selezionare gli aspiranti alle borse lavoro sulla base del reddito familiare certificato con ISEE.


Amedeo Izzo Mena Scirocco Oriana Ragozzino Peppe Santagata

sabato 16 gennaio 2010

RISPOSTA AD UN COMMENTO

Ho ricevuto un post che utilizza parole forti e che non pubblico perché potrebbe dare luogo a commenti con termini altrettanto e forse più forti da parte dei visitatori del blog e che pertanto sarei obbligato ugualmente a non pubblicare. Tuttavia, rispondo all'autore del post perché a me si rivolge e a me pone delle domande. Ma prima non posso non osservare che questo blog riporta notizie, commenti, considerazioni , talvolta fortemente critiche ma mai offensive o calunniose . Il nostro lettore non farebbe fatica a riconoscerlo se fosse meno prevenuto e non fosse disposto ad alterare la verità per non vedere il vedibile e per non udire l’udibile.
Io non faccio per niente fatica a pensare (e a dire, come in effetti dico) che i miei colleghi consiglieri sono tutte oneste e brave persone, prese singolarmente. Eppure c’è un meccanismo strano che li porta a soffocare la coscienza, ad accettare passivamente quello che decide qualcun altro, magari presentando le cose in maniera fuorviante. E’ piuttosto lungo l’elenco dei provvedimenti presi , non proprio indirizzati verso l’interesse pubblico, ma piuttosto verso quello privato. Un esempio emblematico ci viene dalla vicenda del P.I.P., di fronte alla quale chi ha la responsabilità politica, anche per il solo fatto di essere l’assessore al ramo, avrebbe dovuto avere la sensibilità di dimettersi. Questo, se si vuole conservare alla politica un minimo di valore etico.
Queste cose il gruppo di minoranza le ha denunciate in pubbliche assemblee, con manifesti, volantini. Se le cose non stanno così ,la maggioranza ha tutto il diritto di poterlo chiarire ai cittadini, confrontandosi con l’opposizione in modo civile e democratico. E’ così che si fa crescere culturalmente,socialmente e politicamente il paese. Tutto il resto sono chiacchiere e appartiene a chi da sempre ha inquinato la vita politica locale e ha creato, senza scrupoli, nel paese divisioni, odi e inimicizie senza pensare alle conseguenze. Potrei fare al riguardo innumerevoli esempi.
Sarebbe ora che tutti facessero una seria riflessione su questo e la si smettesse una volta per sempre di ribaltare la verità.
E veniamo alla legalità, il cui significato non sembra abbastanza chiaro( nessuno ha mai lontanamente pensato che qualcuno abbia potuto mettere in saccoccia un solo centesimo, anzi in molti casi penso che ci abbia rimesso. Ma non è solo l’onestà personale che si richiede ad un amministratore pubblico, il quale deve principalmente avere a cuore il rispetto della legalità).
La legalità è la pratica delle leggi, il rispetto delle regole. Sono le regole che danno ordine ed equilibrio ad una società grande o piccola che essa sia.
Senza regole una società giusta e libera non esiste. E per dirla con il cardinale Tettamanzi :
“ Occorrono, dunque, delle «regole di convivenza». E non può esserci arbitrio alcuno nell’applicazione di tali regole: non c’è distinzione tra il “mio” amico e il “mio” nemico, tra quello che appartiene alla “mia” parte e quello che non appartiene alla “mia” parte. In realtà, la “mia” parte non può che essere quella del bene comune, della ricerca costante di questo stesso bene, «meta e impegno che unifica gli uomini al di là della diversità dei loro interessi»
Così mi piace pensare ad Amministratori locali rispettosi della legalità, non per vuoto formalismo, ma perché convinti della “sostanza” della legalità, pienamente consapevoli che anche da lì passa la strada del bene comune.
Mi piace, insieme, pensare ad Amministratori locali “custodi” della giustizia, nemici dell’arbitrio, difensori della legalità e della pratica delle leggi.
A nessuno – tanto più a chi, come voi, amministra il pubblico bene – è lecito piegare la norma a proprio uso e consumo o ad uso e consumo dei propri “amici”!

Se pensiamo alle assunzioni, al Peep, al PIP,ai bilanci falsati che si stanno ripercuotendo negativamente soprattutto sulla popolazione più debole, agli incarichi ai soliti noti ( l’elenco potrebbe continuare), si può dire che le regole siano state rispettate ? si può dire che la norma non sia stata piegata ad uso e consumo proprio e dei propri amici? Si può dire che tutti i cittadini, i loro figli, siano stati trattati allo stesso modo ? Anche su questo sarebbe necessario un serio e approfondito esame di coscienza.
Certo, un’osservanza assoluta di regole giuste non sarà mai universale. Ognuno di noi è un essere umano, che si porta dietro ogni giorno tutte le sue imperfezioni, e che non potrà mai architettare e praticare forme di convivenza perfetta. Ma, in questi confini, conta la direzione del percorso che ognuno imbocca , la scelta consapevole, e la sua applicazione concreta, di tendere ad un modello di società basato sul rispetto dell'altro e dei suoi diritti. L’esercizio del “potere” con arroganza e prepotenza porta prima o poi allo scontro. Se si vuole , invece, come sarebbe auspicabile , una convivenza pacifica bisogna cambiare strada, cambiare percorso, non a chiacchiere ma nei fatti.
Un’ultima precisazione. Nonostante tutto, la minoranza sin dall’inizio dell’amministrazione ha offerto collaborazione, ha fatto appello al senso di responsabilità di tutti, al bisogno del Comune di essere amministrato in serenità. Ma la maggioranza è stata sorda a qualsiasi richiamo. Perché ci si possa fare un’idea dei tentativi posti in essere da me e dalla minoranza per stabilire con la maggioranza un clima di collaborazione ti riporto il testo della dichiarazione ufficiale(risulta agli atti)del capogruppo di minoranza in occasione di una nostra protesta, che ci portò a non partecipare ai consigli comunali per alcuni mesi:

“Io sono qui solo per far presente che la minoranza non parteciperà al Consiglio.
Le riunioni passate hanno dimostrato che mancano le condizioni per un civile e costruttivo confronto. Tutto è già deciso e addirittura si tenta di non far parlare la minoranza. I suoi interventi infastidiscono.
Il presidente del Consiglio, che dovrebbe tutelare i diritti e le prerogative del Consiglio Comunale e dei singoli consiglieri comunali e quindi essere super partes, è apertamente schierato; anzi pone in essere comportamenti provocatori nei confronti della minoranza ed in particolare del consigliere Amedeo Izzo.
Il ruolo della minoranza è quello del controllo, e perché no della critica, ma questo dà fastidio e si impedisce di esercitare un sacrosanto diritto stabilito dalla legge.
Ci manca solo l’aggressione fisica. Siamo all’emergenza democratica.
In sostanza la maggioranza pensa: Quà, comando io,e se tu minoranza ti permetti di parlare è perché vuoi solo dare fastidio, rompere le scatole.
E partendo da questa idea pratica la politica della demonizzazione dell’avversario.
Voglio solo portare due esempi, ma ne potrei farne molti di più.
Nella seduta dell’ultimo Consiglio Comunale ho proposto la sospensione della riscossione delle acque reflue. Al di là delle disquisizioni di carattere giuridico sul fatto se il canone è dovuto o meno, avrebbe dovuto essere chiaro a tutti che ci trovavamo di fronte ad una palese disparità di trattamento dei cittadini.
Qualsiasi Consiglio Comunale avrebbe voluto vederci chiaro e avrebbe aderito a tale proposta. Invece qui, ci fosse stato un solo consigliere, dico uno, che avesse detto “ Sistemiamo prima le cose e poi passiamo alla riscossione".
La mia proposta è stata fatta passare come un tentativo di non far incassare i soldi. L’ha fatto capire apertamente il Sindaco quando ha detto “ alla minoranza dispiace che il Comune incassa soldi” o qualcosa di simile.
Un altro esempio. Il Consigliere Amedeo Izzo circa un mese fa in Consiglio Comunale lanciò una proposta che non mi trovava per niente d’accordo. Azzerare la Giunta per riorganizzare l’Amministrazione con il coinvolgimento della minoranza.
Quando giù, dopo il Consiglio l’ho rimproverato per tale proposta, peraltro ingenua come ingenuo è lui pur alla sua età, sapete come mi ha risposto ? “ Mena questo paese deve essere amministrato e pacificato”. Se si riesce a organizzare un’amministrazione seria, subiamo". Questa è la sensibilità del consigliere Izzo e della minoranza.
E invece, per compattare la maggioranza, chi ha tutt’altri interessi, l’ha presentata come il tentativo furbesco di far fuori qualcuno. Figurarsi se la minoranza da importanza alla carica di Domenico Izzo. Casomai è preoccupata dello sfacelo morale che porta ad ambire tali cariche.
Cari consiglieri, quando si ragiona in questi termini, quando si considera l’avversario politico come il nemico da combattere , allora è evidente che vengono meno le condizioni per il civile confronto come quello che dovrebbe svilupparsi in Consiglio Comunale. Perciò la minoranza non parteciperà al Consiglio”.

Ma ci sono stati altri approcci,anche questi miseramente falliti. Come vedi chi ha una concezione medioevale della politica, da guelfi e ghibellini, non è certo la minoranza che, stanne certo, ha tutt’altra idea della politica. Noi ora, agiamo per legittima difesa, nostra e dei cittadini che rappresentiamo. Siamo, comunque e nonostante tutto, aperti al dialogo,ma non vedo all’interno della maggioranza persone che hanno la volontà e il coraggio di percorrere questa strada.

Sono stato lungo, ma penso che sia comunque utile discutere di queste cose. Come diceva un nostro simpatico concittadino “alla prossima”..... discussione

lunedì 11 gennaio 2010

I GIOVANI E LA POLITICA

Parlare di politica con i ragazzi non è facile. Mi capita talvolta di parlare con giovani che ragionano utilizzando i più banali luoghi comuni. “ I politici sono tutti ladri” oppure “ sono tutti uguali” o ancora “la politica è una cosa sporca”. Andando più su con l’età, la musica non cambia. Si continua a vedere tutto nero, senza speranza.Le conseguenze di questi ragionamenti pessimisti sono prevedibili. I giovani più puri e idealisti tendono a restare al di fuori del mondo della politica. Quelli più “traffichini”, invece, la cercano esclusivamente per trarne qualche vantaggio personale. Se l’andazzo è questo, dovremmo davvero rassegnarci ad avere politici e amministratori interessati e approfittatori.
Bisogna rassegnarsi a questo? Io penso proprio di no. La strada da percorrere, per invertire la rotta, non è facile. Ma, al tempo stesso, non si deve gettare la spugna. Gli strumenti per offrire iniezioni di fiducia alle nuove generazioni ci sono. Basta utilizzarli.
Il primo argomento da proporre ai giovani è quello del recupero del senso della collettività. E’ da qui che bisogna ripartire. Se si comprende l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo all’interno della società, si può ritrovare ottimismo anche nell’approccio con il mondo della politica.
“Collettività” è una parola che sembra essere sparita dal vocabolario dei giovani. E’ necessario, invece, un tipo d’educazione completamente diverso, che abitui le persone, fin dai primi anni della propria vita, a porsi in relazione con gli altri. Questo è certamente un primo passo per far comprendere, in seguito, l’importanza della politica come strumento di aiuto alla collettività.
Il secondo argomento da proporre ai ragazzi è quello della santificazione personale e del proprio lavoro. Che cos’è la politica? Non è altro che un lavoro da svolgere bene, come quello del giornalista, dell’infermiere, del medico o dell’avvocato.
Bisogna ricordare ai giovani che tutte le professioni possono essere svolte in modo corretto, oppure scorretto. Quella del politico presenta esattamente gli stessi rischi di corruzione che possono capitare, sotto forme diverse, a qualunque altro mestiere.
Fare bene il proprio lavoro significa irradiare il mondo con una luce nuova, diversa, ottimista, rassicurante. Significa dare il buon esempio ed insegnare agli altri che lo stile di vita cristiano non è un’utopia.
Il terzo ed ultimo argomento da proporre è quello della “lotta”. Questo termine, ovviamente, va svuotato di tutti i suoi significati aggressivi e bellici.
Parlando di “lotta” si intende, chiaramente, la lotta tra il bene e il male. Ragionare in termini pessimistici, dicendo che la politica è una cosa irrimediabilmente perversa e compromessa, non serve a nulla.
Il prodotto di questo ragionamento è semplice. Se i “posti” della politica vengono lasciati tutti alle persone disoneste, non cambierà mai niente. Bisogna, invece, fare uno sforzo e riuscire a penetrare in certi ambienti, senza lasciare a casa il proprio bagaglio di valori e di ideali.
Devono essere i giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani. L’importante è non lasciarsi scoraggiare di fronte alle prime avversità. Una sconfitta di oggi potrebbe essere la vittoria di domani.
Basta pensare all’esempio di Gesù. Quando lo immaginiamo lì, inchiodato su una croce, deriso dai soldati romani e abbandonato dai suoi seguaci, che cosa possiamo pensare? Che è un fallito.
Quell’uomo crocifisso potrebbe rappresentare l’immagine perfetta di un insuccesso. Ma è proprio da quell’apparente insuccesso che è cominciata la salvezza dell’umanità. Quel fallito, a poco a poco, ha cambiato il mondo con un semplice messaggio d’amore
Carlo Climati

LA LETTERA SCRITTA DAI DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO RUSSOLI DI PISA: “Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti...