Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.(Art 21della Costituzione)
domenica 27 novembre 2022
Riflessione sulle "Calamita' Naturali":
Nella memoria di chi, come me, è
avanti negli anni emergono i drammatici ricordi delle principali
"Calamità" indotte dal comportamento umano:
-9 ottobre 1963 (disastro del
Vajont);
-4 novembre 1966 (alluvione di
Firenze);
-5 maggio 1998 (Sarno);
-1 ottobre 2009
(Giampilieri-Scaletta Zanclea);
- novembre 2013 (Olbia-Uras).
Oggi 27 novembre 2022 assistiamo
con dolore al tragico evento che ha colpito gli abitanti di Ischia.
Guardo la televisione: il solito bla bla dei poltici. Superata la fase di
emotività, il problema viene rimosso fino al prossimo dissesto che
coglierà tutti di sorpresa con ciclica inesorabile puntualità.
Saranno effettuati molti discorsi di circostanza, saranno dichiarati
gli "Stati di Calamità", saranno proclamati i soliti
reiterati impegni e ci commuoveremo per le vittime del nuovo
"inaspettato disastro".
venerdì 25 novembre 2022
" QUI NESSUNO PAGHERA' LE BOLLETTE"
"L'obiettivo a lungo termine è far sì che i residenti e le imprese locali non paghino più le boette della luce". Così si legge su Il Corriere della Sera a firma di Davide Maniaci che ha intervistato il Sindaco di TorreBeretti e Castellaro, Il Comune, in provincia di Pavia, 500 abitanti, produce energia elettrica grazie a pannelli fotovoltaici installati sulle proprietà pubbliche e ora ha deciso di regalarla ai residenti (organizzati in Comunità Energetica rinnovabile CER) quale incentivo a non abbandonare il paese o uno stimolo per trasferirsi per viverci. Le CER sono una grande opportunità per ogni Comune italiano., ma richiedono lungimiranza, capacità ed impegno per essere avviate e portate a regime.
sabato 19 novembre 2022
LADRI DI FUTURO
“Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio, il
giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia,
sarà forse perché invecchio...”, cantava quasi cinquant'anni
fa Francesco Guccini e ben rappresentava la progressiva cupezza che
cominciava a calare su questo paese, dopo la stagione della gioia e
della rivolta, dei diritti allargati, delle lotta democratiche, della
liberazione della società.
Guccini non sapeva se attribuire questa cupezza calante all’azione
dei “ladri di futuro”
o all’azione del tempo: invecchiare ti presenta sistematicamente la
vita sotto una prospettiva nuova. Finiva, allora, la stagione
pacifica, era cominciato il terrorismo, le manifestazioni di piazza
si facevano sempre più violente, le stragi di stato avevano già
lasciato una parte della loro scia di sangue e l’idea che si
andasse verso una nuova stagione, meno felice, era oramai opinione
comune.
Il contesto è davvero cambiato, siamo in un altra epoca e
ricercare analogie e similitudini è solo un esercizio che non serve.
Ma i ladri di futuro sono oggi all’opera più che mai: hanno preso
il sopravvento su ciò che rimane di quel senso collettivo, di quella
coscienza sociale che ha spinto tanti a scegliere una vita piuttosto
che un’altra, a essere diversi da quello che avrebbero potuto e,
magari, avrebbero voluto i loro genitori. E che ancora oggi hanno il
dubbio di aver sbagliato.
La
strofa successiva della canzone di Guccini così dice: “Ma le
strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte, son
caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte" Forse
è il momento che il paese rimetta al loro posto quei fiori, magari
impugnandoli per accarezzare chi sta peggio. Ai moderni simboli di
morte – fabbriche che chiudono, giovani senza speranze, istituzioni
che non funzionano più, rapporti umani deteriorati – possiamo sostituire la consapevolezza che
cambiare si può e che occorre anche partire da noi. Per non essere
uguali a quelle donne in politica che fanno come i maschi e ai trenta-
quarantenni che erano già vecchi prima di diventare giovani, già
profittatori prima di venire al mondo, ladri di futuro prima di
conoscere la delicatezza della merce che trattano