venerdì 30 giugno 2023

 LE DISEGUAGLIANZE E LA SOCIETA'

A dar retta all'ISTAT quasi una persona su dieci, per la precisione il 9,4 per centodella popolazione residente in Italia, vive in una condizione di «povertà assoluta».  
Il dato, se lo si confronta con quello di 15 anni fa, ci fa sapere che lo squilibrio sociale si è aggravato; allora tale condizione toccava solo il 3 per cento di noi, i «poveri» in Italia erano meno di 2 milioni (esattamente 1,8),  adesso superano i cinque milioni e mezzo. 
Le stime dell’Istat ricalcolate secondo i nuovi parametri europei, che verranno diffuse in autunno, non lasciano presagire miglioramenti. Anzi.
 I dati ulteriori provenienti dalla Caritas ci dicono che la povertà tocca ai nostri giorni pure i laureati: una novità che ha probabilmente dell'incredibile
La crescita del Pil nel 2022 si è fermata al +3,7% a fronte del +7% registrato nel 2021. L’inflazione al consumo ha raggiunto livelli mai raggiunti dal 1985. E, incredibilmente, fa sapere l'Istat, sono i poveri a pagare il prezzo più alto: i rincari hanno inciso sulla vita dei ricchi nella misura del +9,9 per cento, mentre sulla vita dei poveri il balzo è stato +17,9 per cento. Si rafforzano, quindi, le disuguaglianze tra le famiglie più benestanti e quelle meno abbienti.
I quasi tremila centri di ascolto e servizi informatizzati Caritas, nel 2022, fanno sapere di avere aiutato in totale 255.957 persone, con un aumento del 12,5 per cento rispetto all’anno prima. Ovviamente, ci sono stati i profughi dell’Ucraina. Ma anche escludendo costoro l’aumento è stato del 4,4 per cento in un anno. Si apprende, inoltre, che quasi il 30 per cento delle persone è accompagnato dalla Caritas da più di 5 anni. A chiedere aiuto sono donne (52,1%) e uomini (47,9%), con una età media di 46 anni. In crescita del 16 per cento i senza dimora.
Appare interessante la relazione che si coglie tra povertà e bassa istruzione: il 44 per cento degli assistiti ha fatto la terza media, il 16 per cento la quinta elementare, e un 6 per cento che non è arrivato neanche lì. 
La rete Caritas ha erogato oltre 3,4 milioni di interventi, una media di 13,5 interventi per ciascun assistito (considerate anche le prestazioni di ascolto). 
Il 71,8% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (distribuzione di viveri, accesso alle mense/empori, docce, ecc.); 
Il 9,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine (in forte crescita rispetto al 2021); 
Il 7,4% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; 
Il 4,6% il sostegno socio-assistenziale; 
Il 2,5% l’erogazione di sussidi economici, utilizzati soprattutto per il pagamento di bollette e tasse; 
Il l’1,4% interventi sanitari.

venerdì 23 giugno 2023

desc img

IL CAFFÈ
di Massimo Gramellini 

Buona condotta
I l ragazzo di Rovigo che sparò alla professoressa con una pistola ad aria compressa e il compagno che ne diffuse le gesta sui social sono stati promossi con 9 in condotta. Chiedo scusa per la sfacciataggine della domanda, ma che cosa avrebbero dovuto farle per meritarsi non dico 7, ma almeno 8? Appenderla al lampadario per le orecchie, oppure finirla direttamente in cortile con un colpo alla nuca? Leggo su Studenti.it che il 9 in condotòta «viene attribuito agli studenti che sono generalmente corretti nei confronti di inegnanti, compagni e personale dellascuola». Se ne deduce che, per il consiglio di classe, sparare dei pallini in faccia a un’insegnante con una pistola rientra tra icomportamenti «generalmente corretti».Mi è stato spiegato che i professori non hanno abbassato troppo il voto per non rovinare la media ai due ragazzi. E io, ingenuo, che pensavo bisognasse abbassarglielo di più proprio per rovinargliela.
Continua infatti a sfuggirmi, ma è sicuramente colpa mia, la ragione per cui sia saltato il rapporto tra la gravità di un gesto e le sue conseguenze. Il messaggio che quegli educatori stanno trasmettendo è che basta chiedere scusa e scontare una minima pena afflittiva (la nota sul registro, al limite un giorno di sospensione)per uscirne intonsi e leggeri, qualunque cosa uno abbia fatto. Starei quasi per stupirmi, se non fosse che è lo stesso messaggio che da anni trasmette la classe politica, compresa quella parte che ieri si è indignata per il 9 in condotta.


domenica 4 giugno 2023

Il miracolo della festa scudetto del Napoli: un paese assopito si risveglia in una notte di gioia.
 
Treglia è da tempo un luogo tranquillo, con strade e piazze spesso deserte e negozi che chiudono uno dopo l'altro. Tuttavia, Venerdi scorso, questo paesino si è risvegliato dal suo torpore grazie alla festa scudetto del Napoli, che ha attirato residenti e visitatori dai paesi vicini.
Mentre il sole tramontava, un'energia palpabile incominciava a diffondersi per la piazza e le strade solitamente vuote. Con il passare delle ore, la piazza del paese si è rapidamente riempita di persone.  Residenti di lunga data, giovani e anziani, si univano alle persone dei paesi vicini per festeggiare insieme la vittoria del loro amato club del calcio.
La serata veniva allietata da canti, musica festante e risate che riempivano l'aria. Gli abitanti di Treglia, grazie all'impegno e alla passione degli organizzatori della festa, avevano trasformato la loro piazza in un grande palcoscenico.
La festa scudetto del Napoli aveva trasformato questa comunità sonnolenta in una vivace e allegra.
Le differenze tra residenti e visitatori erano insignificanti, poiché tutti condividevano lo stesso amore per il calcio e la stessa felicità per il successo del Napoli.
In questa notte speciale, chiusa con fuochi d'artificio, il paesino di Treglia ha dimostrato che anche i luoghi più dimenticati possono risorgere e brillare di vita se alimentati dalla passione e dalla solidarietà di una comunità unita. Un paesino che, per una notte, ha dimostrato di essere capace di grandi cose, trasformando il silenzio in canti e le strade deserte in una festa straordinaria.


giovedì 1 giugno 2023

UN'OPPORTUNITA' MANCATA: QUATTRO PICCOLI COMUNI CHE SI SPOPOLANO A CAUSA DEL CAMPANILISMO.

 In un territorio caratterizzato da bellezze paesaggistiche, ambientali, storiche ed enogastronomiche, è difficile immaginare che quattro piccoli comuni, con una popolazione complessiva di poco più di 5000 abitanti, si stiano spopolando. La ragione principale di questo declino può essere individuata nel campanilismo storico che ha impedito una collaborazione comune tra questi centri per lo sviluppo del territorio e la creazione di posti di lavoro per i giovani. Invece di unire le forze e puntare su un turismo di qualità, i comuni si sono concentrati su questioni divisive, come, anche ultimamente,la sede di ubicazione di un istituto agrario.
Paesaggi mozzafiato, riserve naturali, siti storici e una tradizione culinaria di qualità potrebbero attrarre visitatori da tutto il paese e anche dall'estero. Tuttavia, la mancanza di promozione e di una strategia turistica efficace ha limitato l'arrivo di turisti e la conseguente creazione di opportunità di lavoro per i residenti.
 I campanili delle chiese che dominano i quattro comuni sembrano essere diventati un simbolo del campanilismo storico che li affligge. Il desiderio di preservare l'identità e le tradizioni locali è comprensibile, ma quando ciò impedisce una collaborazione efficace e ostacola lo sviluppo, diventa un problema. L'accesa disputa sulla sede di ubicazione di un istituto agrario ne è un esempio lampante. Mentre i comuni litigano tra loro, sprecando risorse , i giovani sono costretti ad emigrare in cerca di opportunità altrove.
La mancanza di un'azione comune ha impedito ai quattro comuni di sfruttare appieno il loro potenziale. Invece di lavorare insieme per attivare convenzioni di servizi e ottenere risparmi economici, hanno preferito mantenere un'attitudine competitiva che ha portato solo a una riduzione delle opportunità per i cittadini. I giovani, in particolare, avrebbero beneficiato di un'offerta formativa condivisa, creando un polo di eccellenza nel settore agricolo e turistico.
Sfruttando le bellezze paesaggistiche, ambientali, storiche ed enogastronomiche dei quattro comuni, potrebbero essere create esperienze uniche per i visitatori. Il turismo rurale, l'agriturismo e le attività legate alla valorizzazione dei prodotti locali potrebbero attrarre un pubblico desideroso di immergersi nella cultura e nelle tradizioni di queste comunità. Inoltre, una promozione mirata e un'infrastruttura turistica adeguata potrebbero garantire un flusso costante di visitatori, creando nuovi posti di lavoro per i residenti locali.È tempo di mettere da parte i campanili e di pensare al bene comune, attivando strategie per il turismo di qualità, la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni di vita per i cittadini. Solo così questi comuni potranno invertire la tendenza allo spopolamento e prosperare in un mondo sempre più globalizzato.
 






LA LETTERA SCRITTA DAI DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO RUSSOLI DI PISA: “Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti...