sabato 26 aprile 2014

 DIKE e AIDÒS
Ho da poco terminato di esaminare il conto consuntivo 2013, deliberato dalla Giunta Comunale del nostro Comune, che verrà portato nei prossimi giorni all'approvazione del Consiglio Comunale.
Avendo memoria della disputa dello scorso anno tra maggioranza e minoranza sulla veridicità e attendibilità del conto consuntivo anno 2012, sono rimasto sbigottito nel ritrovare nel conto consuntivo 2013 voci  che, riconosciute  dalla stessa maggioranza insussistenti ,  rendono il conto  nuovamente e palesemente non veritiero.
Errare è umano, è il perseverare con arrogante strafottenza ad essere diabolico.
 Mentre esaminavo il Conto, istintivamente il pensiero è andato lontano nel tempo, al mio professore di filosofia.
Voi direte, che c'azzecca il professore di filosofia.  C'azzecca.....C'azzecca.
La sua ora di lezione si svolgeva nel massimo silenzio, era un piacere ascoltarlo. Era un “patito” di Platone che spiegava con eccezionale bravura. Indimenticabile un suo commento su il dialogo “Protagora” che, come quasi tutti i dialoghi platonici, ruota intorno alla figura di Socrate che in questo caso discute con Protagora,filosofo di Abdera, sulla virtù politica.
Nel Protagora, Platone riporta il grande mito sulla costituzione delle Polis (città). Per farla breve, Zeus, re degli dei (nella mitologia greca), dona agli uomini due virtù, affinché possano costituire le città e amministrarle con “sapienza politica”il senso della giustizia (Dike) e il senso della vergogna (Aidòs).
Letteralmente sarebbe solo giustizia e vergogna/pudore, ma vengono  tradizionalmente tradotti così.
Dunque, un Politico degno di questo nome, per poter svolgere questa nobilissima arte di amministrare la cosa pubblica deve avere queste due virtù.
Ecco, se potesse vedere cosa avviene nel nostro Comune(non mi riferisco al solo rendiconto),  sono certo che il mio professore, con la sua voce calma e pacata, mi direbbe: giovanotto (così ci chiamava)  nella tua Polis scarseggia  Dike , ma ancor più  Aidòs.

 
Post scriptum: 
La mancanza di una adeguata cultura di governo della cosa pubblica  dei nostri amministratori si è manifestata ancora una volta con quegli  atteggiamenti spregiudicati e arroganti che hanno danneggiato non solo materialmente ma anche e soprattutto moralmente la nostra comunità e la sua stessa civile convivenza.

Una funzione nobile, qual'è la rappresentanzadi tutti i cittadini, dovrebbe essere svolta con ben altra serietà e senso dell'etica pubblica a prescindere dalle responsabilità.

Di seguito, e a solo titolo di informazione,  sintetizzo una  recente sentenza della Cassazione  che recita :
Il delitto di falso ideologico di pubblico ufficiale in atto pubblico(1), di cui all’art. 479 del codice penale. è connotato dal dolo generico; per cui è sufficiente la consapevolezza di “immutatio veri” (vale a dire la consapevolezza di dichiarare il falso) e non è richiesta l’intenzione di cagionare un danno o di raggirare il destinatario del documento. La volontà e la consapevolezza di formare un atto falso, non  vanno confuse con la volontà di servirsi di esso per raggiungere fini contra legem; con la conseguenza che il delitto sussiste non solo quando la falsità sia compiuta senza l’intenzione di nuocere, ma anche quando la sua commissione sia accompagnata dalla convinzione di non produrre alcun danno, rilevando esclusivamente la coscienza e la volontà di dare un’immagine non corrispondente al vero ai conti del Comune.


(1) i consiglieri comunali nel momento in cui svolgono le loro funzioni sono pubblici ufficiali.





Nessun commento:

 FOTOVOLTAICO A TERRA Oggi pomeriggio, va all'esame del Consiglio dei Ministri il decreto legge che blocca il fotovoltaico a terra(sui t...