giovedì 14 marzo 2013

VICENDA MARO', FURBATA ALL'ITALIANA

Ancora una volta stiamo facendo la figura  dei furbastri e dei voltagabbana.I due marò che sarebbero dovuti rientrare in India restano in Italia.
Il punto non è se l'India abbia ragione o torto,la questione è che la Corte Suprema indiana aveva permesso ai due marò di lasciare l'India sulla base di un impegno formale della Repubblica Italiana a far rientrare i due militari perchè fossero sottoposti al processo. 
Venendo meno a quell'impegno formale l'Italia sta minando la propria immagine e la propria credibilità a livello internazionale.
L'episodio mi ha fatto ricordare un altro episodio , questo legato alla guerra tra Roma e Cartagine che tutti abbiamo studiato sui banchi di scuola.
Un giovane console romano, Attilio Regolo,dopo alcune vittorie fu sconfitto e fatto prigioniero dai Cartaginesi. Dopo qualche tempo iniziarono le trattative di pace tra le due città e ad Attilio Regolo fu concesso di rientrare a Roma per convincere i suoi a firmare la pace, con l'impegno che, se non fosse riuscito nel suo compito, sarebbe rientrato a Cartagine dove sarebbe stato condannato a morte. 
Attilio Regolo appena si presentò nel Senato romano  pronunciò un discorso col quale esortava a continuare la guerra perché a suo parere Cartagine era allo stremo, ma visto che si era impegnato sulla parola e sull'onore a rientrare a Cartagine, rientrò.
I Cartaginesi lo infilarono in una botte irta di chiodi e lo fecero precipitare da una collina.
Attilio Regolo morì ma quello era il modo in cui a Roma ci si comportava "per non perdere la faccia" e di lì a poco Roma divenne " caput mundi", rispettata e temuta.

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