VICENDA MARO', FURBATA ALL'ITALIANA
Ancora una volta stiamo facendo la
figura dei furbastri e dei voltagabbana.I due marò che sarebbero
dovuti rientrare in India restano in Italia.
Il punto non è se l'India abbia ragione o torto,la questione è che
la Corte Suprema indiana aveva permesso ai due marò di lasciare
l'India sulla base di un impegno formale della Repubblica Italiana a
far rientrare i due militari perchè fossero sottoposti al processo.
Venendo meno a quell'impegno formale l'Italia sta minando la propria
immagine e la propria credibilità a livello internazionale.
L'episodio mi ha fatto ricordare un
altro episodio , questo legato alla guerra tra Roma e Cartagine che tutti
abbiamo studiato sui banchi di scuola.
Un giovane console romano,
Attilio Regolo,dopo alcune vittorie fu sconfitto e fatto prigioniero
dai Cartaginesi. Dopo qualche tempo iniziarono le trattative di pace
tra le due città e ad Attilio Regolo fu concesso di rientrare a Roma
per convincere i suoi a firmare la pace, con l'impegno che, se non
fosse riuscito nel suo compito, sarebbe rientrato a Cartagine dove
sarebbe stato condannato a morte.
Attilio Regolo appena si
presentò nel Senato romano pronunciò un discorso col quale esortava a
continuare la guerra perché a suo parere Cartagine
era allo stremo, ma visto che si era impegnato sulla parola e
sull'onore a rientrare a Cartagine, rientrò.
I Cartaginesi lo
infilarono in una botte irta di chiodi e lo fecero precipitare da una
collina.
Attilio Regolo morì ma quello era il modo in cui a Roma
ci si comportava "per non perdere la faccia" e di lì a poco Roma divenne " caput mundi", rispettata e temuta.
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