giovedì 25 agosto 2011

GIOVANI E LAVORO
Qualche settimana fa leggevo su un giornale i dati diffusi dallo Svimez ((l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel mezzogiorno). Nel Sud, dice l’Istituto diRicerca nel Rapporto 2011, che verrà pubblicato a settembre, due giovani su tre sono a spasso, cioè disoccupati, mentre più del 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia. L’occupazione è in calo in tutte le regioni meridionali, ad eccezione della Sardegna, con valori drammaticamente bassi in Campania.
Difficoltà anche per le famiglie, che faticano d acquistare anche i generi di prima necessità.
Sono sufficienti solo questi dati per dare l’idea di una situazione drammatica. e di allarme sociale.
Negli anni dal dopoguerra al 1980 i Paesi europei hanno creato sistemi sociali e previdenziali molto forti, assicurando salari e pensioni crescenti, garantendo un numero molto elevato di persone.
Ci sono state, soprattutto in Italia, distorsioni (come le baby pensioni) e abusi( falsi invalidi e altre truffe), ma nell’insieme il sistema sembrava poter reggere. Invece, la festa è finita e già da diversi anni. Si sono accumulati deficit e debiti enormi che ora pesano sulle nuove generazioni.
Non ci sono più soldi per pagare salari, stipendi e pensioni come prima e ora si deve stringere la cinghia. L’economia è stagnante e anche quando crescerà non sarà più come prima.
Così si tende ad allungare l’età pensionabile, aggravando ulteriormente il problema dei giovani.
Siamo in una situazione di allarme sociale, che riguarda anche le nostre piccole comunità locali dove il tema della disoccupazione (e problemi connessi) è di drammatica evidenza e non può essere tralasciato.

PONTELATONE

Popolazione:
  1. In età prescolare (0/6 anni)                                     n. 122
  2. In età scuola dell'obbligo (7/14 anni)                       n. 136
  3. In forza lavoro I° occup. (15/29 anni)                      n. 353
  4. In età adulta (30/65 anni)                                        n. 893
  5. In età senile (oltre 65 anni)                                      n. 307

Livello di istruzione:
  1. Nessun titolo                                                          n. 10
  2. Licenza elementare                                                 n. 584
  3. Licenza media                                                        n. 612
  4. Diploma                                                                 n. 445
  5. Laurea                                                                   n. 160



Tasso di natalità nel quinquennio 2005-2009:
Anno      Tasso
2009        0,68
2008        1.10
2007        0,95
2006        0,96
2005       0,96

Tasso di mortalità nel quinquennio 2005-2009 
Anno     Tasso
2009      1,21
2008      1,10
2007      1,37
2006      1,12
2005      1,01






Occupazione, Addetti nel settore:

Industrie:


Addetti:   97



Servizi:   


Addetti:   68





Amministrazione:


Addetti: 148





Altro


Addetti: 105





Totale addetti:418 individui, pari al 22,22% del numero complessivo di abitanti del comune di Pontelatone.

Sono dati di qualche anno fa, non molto significativi, dai quali riesce impossibile estrapolare il tasso di disoccupazione giovanile, che andrebbe poi misurato ,secondo me, guardando oggi alla fascia d'età tra i 18 e i 35 anni, quando davvero i giovani cercano lavoro. Mancano dati aggiornati e più disaggregati che potremo avere con il prossimo censimento della popolazione che partirà ad ottobre.
Ma si può avere l'idea, che la situazione occupazionale dei  giovani pontelatonesi, soprattutto dei diplomati e laureati, non è rosea, che il tasso di mortalità è superiore a quello dei nuovi nati e  che il numero dei residenti diminuisce anche perchè un giovane pontelatonese desideroso di costruire il proprio futuro nel suo paese è costretto a cercare nuovi orizzonti.
Consapevoli del fatto che l'amministrazione comunale non ha una bacchetta magica per risolvere il problema della disoccupazione giovanile ,nonostante cio’,  sembra  doveroso interrogarci su  quali azioni siano state portate avanti dall'Amministrazione quanto meno nell'ultimo quinquennio per aumentare la percentuale di occupazione giovanile o alleviare il disagio economico di tanti giovani e famiglie pontelatonesi.
Un mio amico, vecchio amministratore, mi diceva spesso: negli anni settanta era un buon amministratore chi faceva la strada, la piazza ,oggi ci misura su problemi più complessi ed  il problema del lavoro è uno di questi.
Il paese ha bisogno di risposte concrete , i giovani hanno bisogno di lavorare , hanno il diritto di costruire il proprio futuro. E' stato fatto qualcosa?Ci sono nuove idee in cantiere?se si, quali? Avete dei suggerimenti ?
Apriamo una discussione
POPOLAZIONE
ANNO
Residenti
1961
2130
1971
1797
1981
1803
1991
1818
2001
1881
2010
1819


Pontelatone-Popolazione per età
Anno
% 0-14
% 15-64%
% +65
Abitanti
Indice di vecchiaia
Età media
Età media/provincia
2007
13,8%
67,9%
18,3%
1835
132,8%
40,7
37,9
2008
13,8%
67,6%
18,6%
1842
134,6%
41,2
38,1
2009
13,7%
68,2%
18,1%
1810
132,5%
41,3
38,4
2010
13,8%
67,8%
18,4%
1810
133,7%
41,7
38,7


Tasso di natalità e mortalità (calcolati su mille abitanti)
Anno
Tasso natalità/Pontelatone
Tasso natalità/Provincia
Tasso natalità/nazionale
Tasso mortalità/Pontelatone
Tasso mortalità/Provincia
Tasso mortalità/nazionale
2007
9,8
10,9
9,5
6
7,8
9,6
2008
8,7
10,8
9,6
10,9
7,9
9,8
2009
12,6
10,7
9,5
10,4
7,9
9,8
2010
7,7
10,6
9,3
8,3
8,1
9,7




 Pontelatone – Redditi Irpef
Anno
Dichiaranti
Popolazione
Importo
Media/dichiaranti
Media/popolazione
Media/popolazione Provincia
2006
640
1835
10.343.429
16.119
5.253
5.985
2007
614
1837
11.143.873
18.150
6.066
6.703
2008
621
1842
11.271.278
18.150
6.119
6.899
2009
619
1810
11.366.822
18.363
6.280
6.912

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ma si potrebbe pensare ad un lancio dei prodotti tipici,istituendo dei consorzi per la produzione di olio,di vino,di prodotti caseari.Produzione di dolci antichi ancora oggi vengono custodite le ricette e tramandate,produzione di conserve di frutta.si potrebbe pensare ad una cosa del genere?che ne dite?

Anonimo ha detto...

Dati interessanti,da snocciolare ed analizzare.
Chiedo ad Amedeo se è possibile conoscere:
1.se in dati relativi alla natalita' ed alla mortalita'sono in linea con i dati nazionali e regionali.
2.se è possibile avere una scala dei dati sopra citati,riferiti agli ultimi 30 anni.
3.Sappiamo in termini percentuali la forza lavoro,pari a circa il 22%.La percentuale invece di disoccupati e pensionati?abbiamo dei dati?

Intanto un plauso ad AMEDEO perche' ha posto bene il quesito,ed all'anonimo del 25 agosto ore 2228,che ha cercato,nel suo piccolo,di essere propositivo.
Saluti

UNO,NESSUNO E CENTOMILA

Amedeo Izzo ha detto...

Al momento non sono in grado di fornire i dati richiesti.
Ho aggiunto al post ulteriori dati utili per la conoscenza della situazione demografica e reddituale Irpef nostro paese.

Anonimo ha detto...

Una prima analisi ci dimostra che nel complesso ,anche se fra alti e bassi, rispettiamo alcune medie,sia provinciali che nazionali. Dobbiamo migliorare per quanto concerne i titoli di studio. L’eta’ media,anche se a piccoli passi,avanza. Buon segno. Mentre la media, sia nazionale che provinciale,viene disillusa è nella dichiarazione dei redditi. E’ qui che desidero soffermarmi e cogliere anche il tuo pensiero,AMEDEO. Esterno il mio. È attuale il dibattimento sull’ evasione fiscale, in Italia. Soffermiamoci a Pontelatone. Un punto in comune tra Maggioranza e Opposizione?: mai una voce che si levi contro questa forma di malcostume. Alcuni cittadini evadono endemicamente,talvolta spudoratamente,le tasse locali,oltre che quelle nazionali. Dichiarano poco o niente al fisco,e di conseguenza,in barba alle famiglie oggettivamente disagiate,fruiscono di agevolazione che non gli spetterebbero. E’ qui,a mio avviso,che andrebbe condotta una battaglia vera e propria,invece di,come sovente capita, MENAR IL CAN PER L’ AIA.
TARSU,REFEZIONE E TRASPORTO SCOLASTICO,IRPEF COMUNALE,BUONI LIBRI, ecc. Non possono pagare sempre i SOLITI FESSI. Forse non è sbagliato rendere pubbliche le denunce dei redditi,anche se ,come sottolinea il presidente PIZZETTI, cio’ potrebbe generare una caccia alle streghe.
Chi guadagna,qualcosa al nostro comune lo deve versare. Anche per liberare risorse economiche che possono essere utilizzate in favore di nuclei familiari,oggettivamente, bisognosi e DISOCCUPATI. Ma soprattutto per sancire un dovere di UGUAGLIANZA. Tutti dobbiamo i TRIBUTI,senza essere VESSATI,in proporzione ai nostri guadagni .E’ su questi temi: lavoro,giovani ed evasione fiscale,che bisogna insistere e stuzzicare l’amministrazione comunale.

UNO,NESSUNO E CENTOMILA

Anonimo ha detto...

Destinatario:autore post del 26 agosto 2011 19:32

Se ti interessa il mio pensiero, su quello che hai evidenziato,dammi un cenno di assenso e manifestero' la mia idea.

UNO,NESSUNO E CENTOMILA.

Amedeo Izzo ha detto...

Riferimento post del 3.9.2011 15:13

L'età media che cresce è, purtroppo, un indicatore demografico negativo. Vuol dire che il paese invecchia, poche nascite( meno giovani). Ed, infatti, il tasso di natalità del nostro Comune è inferiore a quello provinciale ed in alcuni anni addirittura a quello nazionale, che è tra i più bassi in Europa.
Quanto all'evasione fiscale, il problema è vecchio ma più che mai attuale.
Sto rileggendo in questi giorni un'interessante libro “Il sacco del Nord” di Luca Ricolfi, giornalista, sociologo e professore ordinario Università di Torino. Si legge un po' a fatica (sono 200 pagine di grafici e tabelle) ma i dati che porta sono davvero scioccanti. L'evasione fiscale dilaga soprattutto al Sud: in Calabria raggiunge l'85%, in Sicilia il 63,4%, in Campania il 55,3%
Secondo il risultato di una elaborazione della Cgia di Mestre , ottenuto mettendo a confronto la quota delle case di lusso sul totale delle abitazioni, i consumi alimentari, la crescita dei depositi bancari negli ultimi 3 anni, il numero di auto immatricolate ogni 1.000 abitanti, i consumi dei carburanti, la percentuale di auto con cilindrata superiore ai 2.000 cc e i consumi di energia elettrica per uso domestico, la provincia di Caserta si piazza nelle primissime posizioni, è cioè tra quelle più interessate dalla presenza di fenomeni evasivi.
La questione dell'evasione fiscale è quindi una questione molto seria, ma personalmente non credo che la pubblicazione dei redditi on line risolva granché . Una quindicina d'anni fa, gli elenchi dei contribuenti con tanto di imponibile IRPEF e volume d'affari IVA, venivano esposti al pubblico negli uffici comunali e, talvolta, pubblicati sui giornali. Non è servito a nulla, evidentemente, se non a far incavolare qualche contribuente onesto.
Lo Stato, già conosce le nostre dichiarazioni dei redditi e se per questo conosce pure i nostri codici IBAN, anche se ora vuole che li scriviamo nel 730.
Lo Stato dispone già di tutti i mezzi per incrociare i dati, fare ricerche, verificare la congruità dei nostri patrimoni. Ha migliaia di dipendenti per gestire l'anagrafe tributaria, ha la Guardia di Finanza per i controlli, può trovare meccanismi più incisivi per fare la guerra ai furbi. E' bene dunque che gestisca correttamente le enormi risorse che già possiede, invece di appellarsi alla delazione dei cittadini, che finirebbe con il generare diffidenze e sospetti tra gli stessi, senza, credo, risultati consistenti.
La pubblicazione dei dati fiscali on line mi pare più che altro una trovata ad effetto per gettare fumo negli occhi della gente.
E poi, perché non dovrebbe essere l'Agenzia delle Entrate a pubblicare i redditi degli italiani?
A quanto pare, la pubblicazione verrebbe lasciata alla discrezionalità dei Comuni. Figuriamoci, quanti Sindaci, soprattutto nei piccoli Comuni, per motivi elettorali, procederebbero alla pubblicazione dei redditi dei residenti.
La pubblicazione dei dati fiscali, perciò, non mi convince, oltre a trovarla una violazione della privacy.
Sono invece favorevole alla partecipazione dei Comuni all'accertamento fiscale attraverso un sistema di interscambio di segnalazioni qualificate tra l'Anagrafe Tributaria e i Comuni. Questa possibilità già esiste, solo che pochi Comuni se ne sono avvalsi.
In conclusione, credo che quello che manca per una vera e forte lotta all'evasione è piuttosto la volontà da parte di una classe politica poco seria, che, nelle sue diverse componenti , più che essere preoccupata del bene del Paese sembra essere preoccupata di salvaguardare le proprie clientele per conservarne il favore e i voti.
Continua

Amedeo Izzo ha detto...

Non molto diversa la situazione locale, sulla quale potremmo stare lungamente a discutere. Quello che è accaduto negli anni antecedenti al 2008( ma problemi ci sono tuttora) nella gestione dei tributi locali ha dello sconcertante. Però occorre fare delle precisazioni, perché bisogna onorare la verità. La situazione la minoranza, che ha esercitato fattivamente il suo ruolo di controllo, l'ha fatto presente alla cittadinanza con volantini affissi nei locali pubblici, ma non solo. Ha fatto serie proposte al Consiglio Comunale (tutto documentabile) per la soluzione del problema con vantaggi per le casse comunali ed assicurando quella giustizia sociale a favore dei più bisognosi e dei disoccupati, che tu giustamente richiami.
Purtroppo le iniziative della minoranza, concrete e responsabili nel rispetto dei diritti dei cittadini, sono state sistematicamente bocciate dalla maggioranza. Ripeto, potremmo stare lungamente a parlare di questa questione, ma preferisco chiuderla qui, perché si finirebbe inevitabilmente con lo scendere nella polemica. Voglio solo fare un'ultima osservazione.
La legge assegna ai consiglieri la funzione di controllo e di verifica. A TUTTI I CONSIGLIERI, siano essi di maggioranza che di minoranza.
Ma quando si è in presenza di una maggioranza che non controlla e non verifica l'azione amministrativa del Sindaco e della Giunta, rinunciando a svolgere questa funzione che è invece centrale per un consigliere comunale, allora tutto si riduce al numero, dieci prevalgono su quattro (oggi sette su tre). Quando una maggioranza pensa che il suo compito sia quello di ghettizzare la minoranza, di metterla ai margini, di impedirle di partecipare alle scelte per il paese, allora si alimenta quello scontro che non ha aiutato né aiuta per ritrovare quella normalità utile alla comunità tutta.
Non è proprio così che possono andare avanti macchine così complesse come sono i Comuni.

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