lunedì 22 dicembre 2025

Rilanciare il nostro territorio: dall'idea di accorpamento a un Patto intercomunale

Sono passati 12 anni da quando, il 10 maggio 2013, nel vuoto e nel silenzio delle amministrazioni e della politica in generale, lanciai l'idea di accorpare in un Unico Comune i quattro piccoli centri ricompresi nell'ex mandamento formicolano.

Nel frattempo, la situazione socio-economica di questi Comuni non è certo migliorata, anzi: gli abitanti sono scesi da 5560 a 4968, l'indice di vecchiaia della popolazione è salito, i giovani se ne vanno.
I nati, nel periodo dal 1.1.2022 al 30.9.2025, sono appena 131,i deceduti 286.
Se la pandemia da Covid-19, lo smart working e la ricerca di contesti meno affollati avevano fatto intravedere un'opportunità per rilanciare le aree interne, la successiva crisi economica ci ha riportato alla dura realtà di un sistema centralizzato che vede la periferia come un costo da tagliare.
Al calo demografico e all'invecchiamento della popolazione ,trend senza inversioni, si sono aggiunte la crisi del commercio (i negozi chiudono) e quella della pubblica amministrazione locale, segnata dalla uscita di personale che non è stato rimpiazzato.
Le difficoltà finanziarie dell'Italia lasciano presagire sempre meno trasferimenti statali verso i Comuni, rendendo complicato, soprattutto per quelli piccoli come i nostri, garantire servizi efficienti ai cittadini: dalla manutenzione delle strade alla raccolta dei rifiuti, dai servizi scolastici all'assistenza sociale, dalla cura del verde pubblico alla gestione dei servizi cimiteriali.
Per rispondere a questa politica di tagli, che ignora le potenzialità dei piccoli Comuni delle aree interne, la via più efficace è ripensare il nostro territorio: studiare nuove forme di coordinamento e cooperazione per assicurare servizi efficienti e creare sviluppo. Solo così potremo offrire ai nostri giovani una prospettiva concreta, senza costringerli a emigrare.
Negli anni, anche nei nostri Comuni sono nate iniziative valide e meritevoli. Troppe, però, rimangono isolate, prive di una visione strategica di lungo periodo. È invece indispensabile una strategia condivisa, che integri risorse e competenze per affrontare in modo coordinato le sfide demografiche, economiche e sociali.
Sbaglia chi pensa di salvare solo il proprio paese. Anche il Comune che avrà "fatto bene i compiti a casa" è destinato a un declino ineluttabile, se circondato da contesti desertificati.
Sono tuttora convinto della bontà dell'aggregazione dei quattro Comuni, ma altrettanto certo che, per vari motivi, non sia realizzabile in tempi brevi.
Il percorso di fusione è regolato dalla legge regionale e statale. Non è un atto di imperio, ma un processo democratico piuttosto lungo e la realtà impone di agire subito.  
Cominciare a ragionare per territori è l'unica strada per arginare lo spopolamento. Un retaggio campanilistico continua a fare danni devastanti: creare progetti insieme, tra più paesi, è la via maestra.
È pertanto necessario che i quattro Sindaci (o anche solo due disposti a dare il via) riconoscano la criticità dello spopolamento, con il conseguente degrado del tessuto sociale ed, economico, e la frammentazione amministrativa che ne ostacola la risposta. Sottoscrivano un Patto Territoriale Intercomunale  impegnandosi a:
1)Superare la logica della frammentazione per agire come un unico territorio coeso.
2)Condividere risorse umane, strumentali e finanziarie per la realizzazione degli obiettivi comuni.
3)Gestire in forma associata, oggi notevolmente facilitata dalla digitalizzazione servizi e funzioni mediante le forme previste dal Testo Unico degli Enti Locali (art. 30 D.Lgs. 267/2000).,. realizzando economie di scala. I risparmi potrebbero essere reinvestiti in servizi reali (scuola, decoro urbano,ecc.).Non ha senso avere una molteplicità di uffici per un territorio che si attraversa in 10 minuti di auto.
4)Istituire l'Ufficio Tecnico Intercomunale (UTI), struttura operativa che, coinvolgendo cittadini, imprenditori, associazioni, traduce il Patto in progetti esecutivi, in cui i territori siano realmente uniti e non solo per prendere finanziamenti. Troppo spesso, infatti, i territori si “uniscono” solo per accedere ai fondi, salvo poi frammentare le risorse in micro-progetti incapaci di generare effetti strutturali.
Questo Patto non è solo un documento: è il primo passo verso un territorio resiliente, attrattivo per famiglie e imprese. Immaginiamo strutture produttive in luogo baricentrico, scuole intercomunali vitali, sentieri che uniscono i paesi, eventi culturali che celebrano la nostra identità comune. I Sindaci hanno il dovere di guidare questo cambiamento; i cittadini, di sostenerlo. Insieme, si può trasformare la sfida dello spopolamento in un'opportunità di rinascita.

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   L Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero …… ma nel le persone che ti stanno vicino nei momenti speciali. Buon Natale