LA DISILLUSIONE VERSO LA POLITICA
Secondo
i sondaggi, alle prossime elezioni regionali in Campania voterà meno
del 50% degli elettori. Ormai
pochi credono che la politica possa davvero risolvere i problemi
quotidiani
delle
persone e delle famiglie.Lo
scetticismo è diffuso: la politica ha perso il fascino della Prima
Repubblica ed è diventata un gioco per pochi che scelgono temi che
interessano poco o niente alla gente comune.
Mentre discutono di
separazione delle carriere o premierato, ignorano i problemi concreti
che affliggono gli italiani.
In Italia assistiamo a un paradosso: un governo che evita di occuparsi delle vere priorità, come la crescita economica, fondamentale perché senza ricchezza non c’è niente da distribuire, e una sinistra che invece di puntare con forza i riflettori sulle difficoltà reali, si perde in polemiche sul fascismo o sulla qualità della democrazia.
Intanto sei milioni di italiani rinunciano a curarsi per mancanza di soldi: la sanità gratuita è solo sulla carta.
Come nella polemica amministrativa locale bisognerebbe sempre distinguere ciò che è merito e demerito del sindaco da ciò che viene da lontano, anche con il governo bisognerebbe distinguere tra colpe vere e problemi ereditati .da prima.
Questo governo è sicuramente assai mediocre e ha poca voglia di correre rischi, ma molte colpe vengono da lontano.
In trent’anni di Seconda Repubblica abbiamo distrutto ciò che di buono si era costruito, anche con limiti, nella Prima Repubblica.
In Italia assistiamo a un paradosso: un governo che evita di occuparsi delle vere priorità, come la crescita economica, fondamentale perché senza ricchezza non c’è niente da distribuire, e una sinistra che invece di puntare con forza i riflettori sulle difficoltà reali, si perde in polemiche sul fascismo o sulla qualità della democrazia.
Intanto sei milioni di italiani rinunciano a curarsi per mancanza di soldi: la sanità gratuita è solo sulla carta.
Come nella polemica amministrativa locale bisognerebbe sempre distinguere ciò che è merito e demerito del sindaco da ciò che viene da lontano, anche con il governo bisognerebbe distinguere tra colpe vere e problemi ereditati .da prima.
Questo governo è sicuramente assai mediocre e ha poca voglia di correre rischi, ma molte colpe vengono da lontano.
In trent’anni di Seconda Repubblica abbiamo distrutto ciò che di buono si era costruito, anche con limiti, nella Prima Repubblica.
Avevamo università di alto livello,
oggi abbiamo università telematiche che ti regalano la laurea, avevamo una scuola di prestigio, oggi abbiamo una scuola dove il
giorno prima
il 50% degli studenti viene valutato
insufficiente nelle materie scientifiche e incapace di capire un
testo di lettura e il giorno dopo agli esami di maturità il 99%
promosso e quasi tutti con voti altissimi.
Avevamo grandi industrie con lavoro stabile, stipendi dignitosi, ferie e liquidazioni, oggi predominano micro-imprese sottopagate e senza ricerca, incapaci di competere a livello globale.
Di questo declino non può essere ritenuto responsabile solo il governo attuale, che manca certo di capacità e coraggio, ma le cause sono molte e radicate nel tempo.
Pur tuttavia, dire come fa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che l’Italia va, che l'Italia "torna a correre” è dire una baggianata.
Avevamo grandi industrie con lavoro stabile, stipendi dignitosi, ferie e liquidazioni, oggi predominano micro-imprese sottopagate e senza ricerca, incapaci di competere a livello globale.
Di questo declino non può essere ritenuto responsabile solo il governo attuale, che manca certo di capacità e coraggio, ma le cause sono molte e radicate nel tempo.
Pur tuttavia, dire come fa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che l’Italia va, che l'Italia "torna a correre” è dire una baggianata.
La
verità è che,
dopo tre anni di governo, dietro la
propaganda mediatica ci sono risultati molto deludenti, soprattutto per quanto riguarda il Sud dove, nonostante la promessa di farne la locomotiva d'Italia, la situazione resta critica , aggravata dallo spopolamento dei piccoli Comuni delle aree interne e dalla lentezza e mal spesa dei fondi europei del PNRR.
1 commento:
Libertà di Opinione e Articolo 54 della Costituzione
La libertà di opinione è un diritto fondamentale e un pilastro della democrazia, garantito a ogni cittadino, indipendentemente dal ruolo istituzionale o sociale che ricopre.
Esprimere opinioni critiche e dissenzienti è essenziale per il dibattito pubblico e contribuisce alla crescita di una società consapevole e democratica.
L'articolo 54 della Costituzione Italiana impone a tutti i cittadini il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. Per coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, specifica che tali funzioni devono essere svolte con "disciplina e onore". Questo richiamo riguarda in particolare il comportamento dei pubblici ufficiali nell'esercizio delle lorofunzioni.
Il dovere di disciplina e onore non incide sulla libertà di opinionie e di critica civile, che rimane inviolabile nel rispetto della legge e delle norme di civiltà. Ad esempio, definire “baggianata” una affermazione politica come “l'Italia torna a correre”, quando questa valutazione si fonda su dati oggettivi provenienti da istituzioni indipendenti come ISTAT, Banca d’Italia e INPS, rappresenta un esercizio legittimo di critica e opinione, non un'offesa.
Il richiamo all’articolo 54 non può essere utilizzato per censurare o limitare questa forma di manifestazione del pensiero. Anzi, la pluralità delle opinioni e il confronto civile tra queste sono indispensabili per alimentare un dibattito politico e sociale sano e costruttivo.
In conclusione, l'articolo 54 tutela la responsabilità e l'onore di chi esercita funzioni pubbliche, ma non può comprimere la libertà di opinione legittima e civile di tutti i cittadini.
L’espressione di opinioni diverse, anche forti ma motivate e rispettose, è un valore che arricchisce la democrazia e ne garantisce il corretto funzionamento.
AMEDEO IZZO
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