sabato 16 giugno 2018

SERVONO COMPETENZE E RESPONSABILITA'

Il sito dell'ISTAT ha pubblicato i dati aggiornati al 31.12.2017 della popolazione residente dei comuni italiani. 
Il fenomeno dell’emigrazione e dello spopolamento, che riguarda sostanzialmente tutto il Meridione dell’Italia, colpisce anche Pontelatone che scende sotto i 1.700 abitanti e più precisamente a 1680 cittadini residenti, di cui 96 cittadini stranieri. (La frazione Treglia è a rischio desertificazione nel giro di pochi decenni) )
Meno residenti, significa meno contribuenti e quindi meno entrate fiscali a parità di tassazione. Meno entrate fiscali ( o un eccesso di aumento della tassazione locale) significa meno servizi. Meno servizi uguale maggior emigrazione, perdita di ricchezza e/o riduzione della stessa.. 
Insomma, il problema che può sembrare solo demografico è soprattutto politico.




Dal grafico precedente si evidenzia come in particolar modo negli ultimi anni il fenomeno del calo della popolazione sia ripreso in modo significativo. Ovviamente la responsabilità maggiore di questo trend negativo è della politica (e dunque della società-popolazione che esprime la classe dirigente locale) che per anni ha malamente investito nel territorio compromettendo così anche le opportunità in termini di occupazione e di servizi efficienti. 
Inevitabilmente, soprattutto le fasce più deboli così come i giovani istruiti (diplomati o laureati), hanno cercato e cercano altrove migliori condizioni di vita. Se prima della crisi economica internazionale del 2008 l’emigrazione era un fattore ancora “interno”, ovvero gli spostamenti dei residenti erano indirizzati verso altri comuni italiani, da qualche anno è ripresa anche l’emigrazione all’estero. Bisogna sottolineare inoltre come molti cittadini pur conservando la residenza nel nostro comune di fatto vivono o lavorano in altre regioni. Dunque il numero reale dei “residenti” è inferiore rispetto a quello delle statistiche ufficiali. 
Un trend naturale, si potrebbe obiettare, che interessa pressoché tutti i piccoli paesi del Sud. Ma neppure questo è esatto, perché se è vero che da tempo è in atto quel trend, soprattutto nelle zone interne, è altrettanto vero che i piccoli Comuni,come Pontelatone, non distanti e ben collegati ai centri urbani sono stati interessati dalla migrazione di persone alla ricerca di zone più tranquille e, pertanto, hanno conosciuto nello stesso periodo una notevole crescita demografica.
Questo blog il problema dello spopolamento del nostro territorio ( e dell’intera area dell’ex mandamento formicolano) lo denuncia da anni nell’indifferenza generale.
Quello che dovrebbe essere uno dei problemi principali (la costante diminuzione della popolazione produce effetti a catena: riduzione degli organici scolastici e pluriclassi, drastico ridimensionamento di tutti i servizi da quelli sanitari a quelli postali , deprezzamento degli immobili, restrizione sempre più marcata di tutte le opportunità perché quando vengono a mancare “i numeri”, qualsiasi rivendicazione, qualsiasi proposta diventa difficilmente argomentabile) da affrontare da parte delle amministrazioni locali resta, purtroppo, solo un dato statistico. I paesi lentamente si spopolano, ma di valide ed efficaci misure di contrasto allo spopolamento neanche l’ombra.
Per quel che ci riguarda più da vicino, è tempo(siamo colpevolmente in ritardo) di interrogarsi sul futuro del nostro Comune. Se si vuole fermare l’emorragia dello spopolamento e far tornare a crescere il paese,(e non solo sotto il profilo demografico), sarà necessario nei prossimi anni prendere decisioni importanti e non facili che solo un’amministrazione forte e capace è in grado di assumere. 
Penso sia superfluo dire che Pontelatone si trova oggi in una situazione difficile e in situazioni come queste occorre saper riflettere, occorre saper mettere da parte i personalismi, i rancori, occorre superare la logica delle simpatie e delle antipatie personali, avendo come unico riferimento il bene del paese. 
La strada per uscire dalle difficoltà in cui ci troviamo sarà lunga e difficile, perché i problemi sono tanti, i mezzi sono insufficienti, per cui non sarà facile trovare una via d’uscita. 
Ma è proprio per questo, soprattutto per questo che occorre un’amministrazione forte e responsabile, autorevole ed efficiente.
CHE FARE? Tra un anno si torna a votare: è il momento di incominciare a pensarci con l'unico obiettivo  di dare finalmente al paese un'amministrazione valida ed efficiente. Per questo c'è bisogno di un'azione di unificazione e di pacificazione per mettere insieme forze e risorse trasversali, bandendo personalismi, furbizie, sotterfugi, inciuci e quant'altro. 
Questo, per creare una squadra che garantisca serietà, competenza e trasparenza, e che non sia un’ammucchiata amorfa messa su solo per vincere ma incapace di amministrare. 
Facendo sintesi tra le esperienze positive di coloro che portano con sé un bagaglio di professionalità , di competenze e conoscenze acquisito negli anni e le energie di giovani, da far crescere nelle pratiche dell’amministrazione pubblica, in modo da formare una solida e preparata base di nuove leve pronte ad assumere in prima persona negli anni futuri la guida del paese. 

C’è un paese da rammendare, servono competenze e responsabilità.


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