martedì 24 febbraio 2015

IN RICORDO DI SANDRO PERTINI
Oggi, 24 febbraio 2015, è il 25esimo anniversario della morte di Sandro Pertini, amatissimo e indimenticabile Presidente della Repubblica, in carica dal 1978 al 1985.
Uomo schietto e di eccezionale rigore morale, chissà come avrebbe reagito di fronte agli scandali attuali di certi politici di oggi.
Quando scoppiò lo scandalo Petroli, Pertini era presidente della Camera e rilasciò una durissima intervista sul Corriere della Sera :
Non accetterò mai di diventare il complice di coloro che stanno affossando la democrazia e la giustizia in una valanga di corruzione. Non c’è ragione al mondo che giustifichi la copertura di un disonesto, anche se deputato. Lo scandalo più intollerabile sarebbe quello di soffocare lo scandalo. L’opinione pubblica non lo tollererebbe. Io, neppure. […] Nel mio partito mi accusano di non avere souplesse (flessibilità). Dicono che un partito moderno si deve ‘adeguare’. Ma adeguare a che cosa, santa Madonna? Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo. Meglio allora il partito non adeguato e poco moderno. Meglio il nostro vecchio partito clandestino, senza sedi al neon, senza segretarie dalle gambe lunghe e dalle unghie ultralaccate… Dobbiamo tagliarci il bubbone da soli e subito. Non basta il borotalco a guarire una piaga. Ci sono i ladri, gli imbroglioni? Bene, facciamo i nomi e affidiamoli al magistrato”.
E quando, nello stesso anno, correva il 1974, i deputati della Camera provarono ad aumentarsi l’indennità, minacciò le dimissioni così: “Ma come, dico io, in un momento grave come questo, quando il padre di famiglia torna a casa con la paga decurtata dall’inflazione… voi date quest’esempio d’insensibilità? ‘Io deploro l’iniziativa. Entro un’ora potete eleggere un altro presidente della Camera. Siete 630, ne trovate subito 640 che accettano di venire al mio posto. Ma io, con queste mani, non firmo…”. E alla fine l’aumento non passò.

Uno dei suoi ultimi discorsi impressionano per l'incredibile attualità.
"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà...........E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"

E ancora, quell'ultimo toccante invito ai giovani da Presidente: “Voi giovani siete la futura classe dirigente del nostro paese, dovete quindi prepararvi per assolvere degnamente questo nobilissimo compito. Ebbene io, finché vita sarà in me, sarò al vostro fianco, nelle vostre lotte, giovani che mi ascoltate. Lotterò sempre con voi per la pace nel mondo, per la libertà e per la giustizia sociale.”





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