martedì 3 agosto 2010

L'ARROGANZA NON PAGA!

Nei mesi scorsi l’Ispettorato Generale di Finanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha eseguito presso il Comune di Pontelatone una verifica amministrativo-contabile.
L’ispezione ha confermato quanto la minoranza, inascoltata e sbeffeggiata, va dicendo da anni e cioè che vi sono gravi irregolarità nella gestione della cosa pubblica.
Dalla relazione dell’ispettore, inviata alla Corte dei Conti per i provvedimenti di competenza, risultano irregolarità che riguardano il bilancio comunale, il rendiconto della gestione, il personale dipendente, l’affidamento degli incarichi a tecnici e consulenti, i ritardi nell’esecuzione di opere pubbliche, ecc.
Una gestione arrogante e irresponsabile che ha portato il nostro Comune sull’orlo del dissesto finanziario e che ha provocato un profondo decadimento civile e morale della politica locale.
Sotto il profilo finanziario ci troviamo, come emerge anche dalla relazione dell’ispettore del Ministero, di fronte ad un Comune ridotto al lastrico, che è stato gestito in questi anni allegramente con trucchetti contabili del tipo l’iscrizione in bilancio di entrate incerte e fittizie a fronte di spese sicure. Un meccanismo perverso che ha progressivamente squinternato le casse comunali.
Ora c’è solo da rimboccarsi le maniche e tentare di porre rimedio ai danni prodotti coinvolgendo i cittadini in un processo di ricostruzione economica, morale e civile del paese, cui tutti devono partecipare, perché da questa situazione ne dovremo uscire tutti insieme
La minoranza, che in tutti questi anni ha lanciato ripetutamente l’allarme sul bilancio comunale anche con pubblici manifesti e avanzato suggerimenti e proposte per il risanamento dei conti, farà responsabilmente la sua parte.
Intanto l’Amministrazione ha il dovere di dire ai cittadini, che sono i veri padroni del Comune, qual’é l’effettiva situazione debitoria dell’Ente. Non è nascondendo o tacendo la realtà dei fatti che si risolvono i problemi.
E faccia capire cosa intende fare per il risanamento delle casse comunali per evitare il dissesto che graverebbe ulteriormente sulle tasche dei cittadini.
Se l’Amministrazione porterà in Consiglio Comunale provvedimenti credibili che guardano all’interesse generale del paese noi li valuteremo senza preconcetti e li voteremo.
E valuteremo senza preconcetti o preclusioni anche i provvedimenti, su cui il nostro contributo sarà accolto, riguardanti altri problemi non più rinviabili, quali la definizione e l’approvazione del piano urbanistico comunale, il miglioramento della qualità e efficienza degli uffici comunali, “Cervarecce”, la realizzazione di opere pubbliche prioritarie(es. strada Valle), il recupero del rispetto e del prestigio del Consiglio Comunale finora mortificato nei suoi compiti e nelle sue funzioni.
Ma se l’idea dell’Amministrazione è la solita, se l’idea è quella di una sorta di “ tirare a campare” per salvaguardare interessi particolari, allora la nostra opposizione sarà ancora più forte e lavoreremo per mandare a casa prima del tempo un Sindaco non all’altezza della situazione e un’Amministrazione che ha prodotto solo danni e ingiustizie e della quale francamente non se ne può più.

Il Gruppo Consiliare di Minoranza

VOLANTINO DIFFUSO DAL GRUPPO DI MINORANZA, AGOSTO 2010

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Se proprio vogliamo paragonare Treglia ad un malato, io direi che tale paziente non ha ricevuto le dovute cure e, fin qui, nulla di nuovo. La metafora di Amedeo è appropriata ma necessita di essere chiarita meglio. Lo sappiamo tutti che Treglia è stato sempre un paese abbandonato a se stesso. Qui, però, si tratta di analizzarne con cura le cause. Oserei dire che Treglia sta al comune di Pontelatone come il meridione d’Italia sta alla nazione stessa: entrambi fungono solo da serbatoio elettorale. Ma il paradosso è che Treglia si sta spopolando di anno in anno sempre di più al punto che perderà anche questo ruolo.
Non è facile descrivere le cause della cattiva situazione in cui si trova Treglia e, nel farlo, si è tentati anche di lasciarsi andare a facili critiche, prive di un’analisi di fondo. Cercherò allora di essere il più imparziale possibile. Sicuramente il sottosviluppo di Treglia è una conseguenza diretta di quello del Meridione d’Italia. Proviamo a fare mente locale di quanti giovani e non sono emigrati per cercare un lavoro. Otteniamo un numero impressionante. E l’assenza di capitale umano certamente danneggia un contesto sociale. Oltre agli emigranti veri e propri c’è un gruppo di trebulani che io definirei “sfollati”: si tratta di tutti quelli che avrebbero voluto costruire una casa a Treglia e che non l’hanno potuto fare a causa di un mancato sviluppo urbanistico.

Poi c’è la “mancanza di uno sviluppo edilizio che ha costretto tanti trebulani ad abbandonare il paese”.
E qui sono d’accordo con Amedeo, ma non è assurdo che dagli anni settanta ad oggi siano state costruite solo una dozzina di case? Ai miei occhi è chiaro che gli amministratori di Pontelatone degli ultimi 50 anni se ne sono ampiamente fregati di impegnarsi a favore di un piano urbanistico che rendesse Treglia un po’ più vivibile. Invece hanno preferito che rimanesse pressappoco simile alla sua struttura originaria, ossia una sola strada (Via Roma) fiancheggiata da case. E quando parlo di amministratori intendo sia quelli di Pontelatone che quelli di Treglia. Già, quale sforzo hanno profuso questi ultimi? Gli strumenti a disposizione li hanno avuti: Cassa per il Mezzogiorno prima e fondi europei oggi ma…..poco più di niente. Penso che tutti quanti (non escludo nessuno!) dovrebbero meditare a tal proposito. Ognuno reciti il suo “mea culpa”.
Senza uno sviluppo edilizio un paese è destinato a rimanere quello che è. E’ come negare l’opportunità ad un adolescente di diventare adulto. Il problema edilizio di Treglia è un fatto voluto, è un perno su cui fare demagogia perché i pesci hanno sempre abboccato. Basti pensare alla favola intorno al piano urbanistico di zona “Valle”. Sono decenni che si vanno dicendo fandonie. Che cosa avrebbe dovuto fare un amministratore serio? Espropriare tutte le piccole proprietà in modo tale da creare dei lotti e far costruire ad imprenditori (locali!) degli appartamenti da vendere. Come è successo a Formicola, in zona “Campo” giusto per capirci. Perché non è stato fatto?
Ed inoltre, se io fossi un amministratore, mi chiederei: “Oltre a zona Valle, dove altro si potrebbe costruire?”. Quasi certamente si potrebbero dare delle risposte, positive o negative che siano.

Anonimo ha detto...

(continuazione del precedente post)

C’è anche uno scarso senso civico dei trebulani. Ma questo è un problema che caratterizza in genere tutti gli italiani: in questo campo, diciamolo francamente, non siamo proprio dei campioni.

Ci sono giovani che si avvicinano alla politica solo perché devono ricevere favori in cambio, il più delle volte disattesi. Ma questo non vuol dire fare politica, ma solo fare i lacché.
La politica è una cosa seria, vuol dire amministrare la “res pubblica”. Perciò io sono fermamente convinto che solo le persone preparate dovrebbero poter esercitare questo lavoro. Per diventare medico, ingegnere, avvocato, etc, occorre studiare, conseguire una laurea e fare tirocinio. Perché la politica deve essere esercitata da gente incompetente? Io la macchina da uno che non sa fare il meccanico preferisco non portarla. Di contro, si consente che una lista elettorale sia composta da persone che di tutto capiscono fuorché di politica.

Amedeo Izzo ha detto...

Lo spopolamento non è un problema esclusivo di Treglia, ma interessa gran parte delle aree interne e dei piccoli Centri d’Italia. Un fenomeno conseguenza di un mix di fattori, tra cui, i più importanti, il tasso di natalità ridotto quasi a zero e la mancanza di lavoro. Possiamo dire che questo fenomeno Treglia ha cominciato a viverlo in anticipo a causa della “fuga obbligata” di molti nostri compaesani verso altri Comuni, che ha reso ancora più grave il problema. Una fuga legata alla carenza di terreni edificabili che si è protratta nel tempo. Analizzarne le ragioni in modo serio e completo richiederebbe la ricostruzione storica di 40 anni di amministrazione , cosa impossibile a farsi su un blog. Le responsabilità ! Al riguardo ne ho sentito di tutto e di più.
Non credo sia opportuno oggi fare i processi a nessuno. Questi alimenterebbero altre polemiche e divisioni e conoscendo la realtà dobbiamo renderci conto che questo paese ha bisogno di tutto fuorché di dividersi ulteriormente; ha bisogno di unirsi, di ritrovarsi per salvare il salvabile.
Perciò, diciamo che la responsabilità è di tutti gli amministratori che si sono succeduti per decenni senza dare al paese una tempestiva e seria pianificazione urbanistica.
Ma, se vogliamo essere intellettualmente onesti, non possiamo tralasciare e sottovalutare le responsabilità dei cittadini,i quali in tutti questi anni non hanno chiesto agli Amministratori la risoluzione dei problemi legati allo sviluppo del territorio, bensì il favore spicciolo. Anzi, hanno bistrattato con le critiche e con il loro voto proprio quegli Amministratori che , vedendo oltre il proprio naso, hanno posto con forza questi problemi al centro della loro azione amministrativa, tanto da determinare negli anni “80 una crisi dell’Amministrazione che stava sfociando nello scioglimento del Consiglio Comunale. La lettura della delibera di Consiglio Comunale n 48 del primo settembre 1983 (riportata sopra in un nuovo post. Non so come si fa per portare un'immagine in un commento)può dare un'idea.Ovviamente, la delibera sintetizza la discussione avutasi in sede di Consiglio. Ma quella delibera fu il frutto di pressioni esercitate per oltre due anni al fine di dotare il Comune di uno strumento urbanistico (PRG) , che venne poi approvato dal Consiglio con delibera n. 1 del 27.1.1984. Piano Regolatore che si arenò per la vicenda Campo Golf in località Cervarecce. Ma questa è altra storia.
Il Piano Regolatore vigente, adottato nel 1995 dal commissario ad acta e definitivamente approvato con decreto del presidente della Provincia n. 122 del 16.4.1999 è intervenuto tardi e comunque non ha risolto alcun problema della frazione per le scelte irrazionali fatte. L’adozione di quel Piano fu accettata per non perdere altro tempo e nella considerazione che era meglio un piano fatto male piuttosto che niente. Andava subito variato dopo l’approvazione, cosa che non è poi avvenuta, nonostante l’impegno ufficiale dell’Amministrazione dell’epoca.

Amedeo Izzo ha detto...

(continuazione del precedente post)

Intanto è intervenuta la nuova Legge Urbanistica Regionale n. 16/2004 ,che prevede che i Comuni aggiornino gli strumenti urbanistici elaborando il nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) . Ma di questo Piano fino ad oggi neppure l’ombra, nonostante l’Amministrazione abbia conferito l’incarico per la sua redazione con delibera di Giunta n. 38 del 19.4.2005.. Su questo punto l’attuale minoranza sta svolgendo continue sollecitazioni,riscontrando purtroppo solo inettitudini e inefficienze. (ripeto, le vicende urbanistiche del nostro Comune andrebbero esaminate e approfondite in altri luoghi).
Nel merito della individuazione delle zone edificabili, che non sono solo quelle per le nuove residenze, non vi è dubbio che, essendo oggi cambiate le necessità del paese, le scelte vanno fatte con oculatezza e nella massima trasparenza, coinvolgendo i cittadini opportunamente informati.
Va precisato che dovendo il Piano essere dimensionato secondo criteri stabiliti dalle leggi, le aree edificabili non possono che essere modeste.
Non c’è dubbio che in tanti anni di amministrazione sono stati commessi grossi errori e molte importanti occasioni sono state perse..
Ma non proprio tutto è perduto e i giovani hanno il dovere di non essere pessimisti, hanno il dovere di non arrendersi e di lottare uniti battaglia difficile, ma non impossibile. Impegnarsi in politica, intendendola come servizio verso il proprio territorio, può essere la ricetta migliore per guarire la malattia e evitare il declino della nostra piccola comunità.
Incontrarsi e discutere pacatamente, senza pregiudizi di sorta, giova moltissimo alla vostra formazione politica. Vi consiglio perciò di incontrarvi ogni volta possibile. La competenza amministrativa, quella la si affina direttamente sul campo

Anonimo ha detto...

penso che non sia il caso di discutere di cose passate ma di affrontare i problemi quotidiani che affliggono il paese. ci rendiamo conto della situazione? penso proprio di no!!!!!

Amedeo Izzo ha detto...

per poter intavolare una discussione, alla quale sarebbe opportuno che partecipassero in molti, vanno precisato quali sono i "problemi quotidiani".
Va comunque ricordato che il presente si costruisce bene solo se si comprende il passato.

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