C'ERA UNA VOLTA....COME ERAVAMO. IMMAGINI DAL PASSATO.
La storia non è fatta solo
La storia non è fatta solo di grandi avvenimenti che hanno cambiato la nostra vita. La storia è fatta anche di vicende singole, di scampoli di vita quotidiana, di ricordi intimi e pubblici. E’ il privato che ognuno di noi conserva nel cassetto. Tutto ciò è un valore umano e collettivo.
Questa raccolta di vecchie fotografie restituisce uno spaccato della storia familiare e collettiva di Treglia, a partire dalla fine della 2° guerra mondiale. Alcune di queste immagini mostrano luoghi modificati nel corso degli anni. Altre aggono persone sono foto di gruppi di persone che ci raccontano la vita sociale, le feste, i funerali, momenti di una vita collettiva che manteneva unita l’intera comunità.
Un piccolo teatro della memoria di un paesino dove apparentemente non vi è traccia del mondo, della grande storia, quella della nazione, le guerre, il mutare dei regimi. Eppure, a ben guardare, i segni della storia sono intuibili da tanti piccoli dettagli.
Osservate ad esempio la foto dei reduci garibaldini che mostrano con fierezza le medaglie delle loro campagne, oppure la fotografia che ritrae dei ragazzi con la divisa da balilla. Magari senza le animosità che si sono manifestate altrove, ma anche qui il vento delle vicende politiche del paese s’è fatto sentire eccome. Altre foto ci fanno ritornare ad aneddoti della storia paesana non scritti. Una di queste è quella che ritrae il ritorno a casa di un reduce dalla guerra di Etiopia nel Natale del 1936. Il reduce cittadino rimase sorpreso da un accoglienza con banda, fotografo e autorità, che in realtà attendevano un’altra persona. Data la messinscena si può immaginare che tipo di personaggio fosse atteso nel 1936. Su un’ultima fotografia piace soffermarci, essa costituisce una sorte di sigillo dell’intero album: ritrae un gruppo di bambini del borgo seduti sugli scalini della chiesa di San Giovanni, che sorridono scomposti e disinvolti davanti al fotografo. Se questa foto non fosse a colori ci apparirebbero diversi dai bambini di oggi e invece a guardarla bene sembra che nulla sia mutato, prevale una sensazione di fissità. Eppure il paese e le persone sono cambiate, nel borgo, o inrmai da anni, non vi crescono più i tanti bambini di una volta. Nel borgo ormai è dato solo invecchiare e perché qualcuno vi è rimasto o perché qualcuno vi ritorna. È un paradosso, ma forse sono proprio loro, i vecchi, il segno che il borgo oggi ancora vive.
E’ comunque necessario che io rimetta i piedi per terra e mi accontenti di
osservarli quei luoghi che alla fin fine non sono cambiati più di tanto, almeno
nel loro aspetto più tangibile; sembrano invece cambiati i buscoldesi, e di
certo lo sono perchè alcuni se ne sono andati per sempre, molti sono partiti e
i miei amici di un tempo hanno “legato” con altri amici che io neppure
conosco...ciononostante ogni volta che mi avvicino a Buscoldo il cuore mi batte
forte, fiducioso di riscoprire volti amici e voci amiche... poi alla fine, un pò
deluso ma non rassegnato entro nel “mio paese” quasi da straniero.
Le uniche cose che riconosco veramente sono quelle “immutabili” come la
“mia chiesa”, la “mia scuola” e qualche strada che in tempi lontani ho
percorso in lungo e in largo con la mia piccola bicicletta da corsa.
Ora, per rivedere il mio “paese”, e voi con me, è sufficiente scorrere le
immagini che si trovano più avanti, nulla di particolarmente eclatante, solo la
realtà di ieri e di oggi: immagini che potranno e dovranno restare nel cuore di
chi si sente veramente buscoldese... e lì piantare le radici.
La visita inizia dal lato sud di Buscoldo, dalla parte delle “mie scuole”,
quelle di ieri e quelle di oggi.
Io mi emoziono vedendo le ingiallite foto del mio paese negli anni cinquanta del secolo scorso, ed altre foto che mostrano la gioventù, mi emoziono, vedendo le foto dei miei compagni di classe, o quella degli amici con i quali si discuteva, si scherzava e qualche volta litigava. Ritorno indietro con il pensiero, vedo, commento , ma poi rimangono solo le foto.