Pensione vecchiaia e anticipata. Calcolo e tabelle
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Per raggiungere la pensione, a seconda della tipologia (anticipata, di vecchiaia, etc.), sono stabiliti differenti requisiti, che possono riguardare sia l’età, che gli anni di contributi.
Per quanto riguarda il calcolo dell’età pensionabile, è necessario fare riferimento alle tabelle che segnano l’età pensionabile prevista per ogni anno, in base agli incrementi periodici legati all’aumento della speranza di vita.
È invece più complesso il calcolo dei contributi, in quanto, nell’estratto conto dell’Inps, la contribuzione è solitamente indicata in settimane, ma a volte anche in mesi o in giorni, a seconda della gestione alla quale appartiene il dipendente.
Per capire quanti anni di contributi si possiedono, bisogna dunque considerare che:
1 anno corrisponde a 52 settimane
1 mese corrisponde a 4,333 settimane
1 giornata corrisponde a 0,19259 settimane.
I periodi di contribuzione appartenenti a diverse gestioni possono essere sommati:
gratuitamente, nel caso in cui si richieda la totalizzazione dei contributi, il cumulo, il computo, o la totalizzazione retributiva;
-a titolo oneroso, qualora si richieda la ricongiunzione dei contributi presso un’unica gestione.
In caso contrario, i contributi di ogni gestione devono essere considerati separatamente, per verificare il diritto ad un’autonoma pensione, o a un’eventuale pensione supplementare o supplemento di pensione
Calcolo della pensione
È invece più complesso il calcolo dei contributi, in quanto, nell’estratto conto dell’Inps, la contribuzione è solitamente indicata in settimane, ma a volte anche in mesi o in giorni, a seconda della gestione alla quale appartiene il dipendente.
Per capire quanti anni di contributi si possiedono, bisogna dunque considerare che:
1 anno corrisponde a 52 settimane
1 mese corrisponde a 4,333 settimane
1 giornata corrisponde a 0,19259 settimane.
I periodi di contribuzione appartenenti a diverse gestioni possono essere sommati:
gratuitamente, nel caso in cui si richieda la totalizzazione dei contributi, il cumulo, il computo, o la totalizzazione retributiva;
-a titolo oneroso, qualora si richieda la ricongiunzione dei contributi presso un’unica gestione.
In caso contrario, i contributi di ogni gestione devono essere considerati separatamente, per verificare il diritto ad un’autonoma pensione, o a un’eventuale pensione supplementare o supplemento di pensione
Calcolo della pensione
Per quanto concerne il calcolo della pensione, ricordiamo che questo è effettuato:
-col sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede più di 18 anni di contributi al 31/12/1995; il sistema retributivo si basa sugli ultimi stipendi posseduti dal lavoratore e sulle settimane di contributi versate sino al 1992 (per la quota A) e dal 1993 al 2011 (per la quota B)
-col sistema retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi col sistema contributivo (il cosiddetto sistema di calcolo misto), per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31/12/1995
-col sistema interamente contributivo, per chi non ha contributi precedenti al 1996 o per chi utilizza l’opzione donna, l’opzione contributiva Dini o il computo nella Gestione separata; il sistema contributivo si basa sui contributi effettivamente accreditati e non sulla media delle ultime retribuzioni.
Coloro a cui spetta il calcolo interamente contributivo, o che scelgono il computo nella Gestione Separata, hanno diritto, a determinate condizioni, a requisiti più leggeri per accedere alla pensione anticipata (63 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contributi) ed a quella di vecchiaia (70 anni e 7 mesi, ma con soli 5 anni di contributi). Chi utilizza l’opzione donna ha diritto alla pensione con 57 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi (se i requisiti sono posseduti entro il 31 luglio 2016).
Pensione di vecchiaia
Per ottenere la pensione di vecchiaia, è necessario possedere un determinato requisito anagrafico, assieme ad almeno 20 anni di contributi (15 anni per chi rientra nella Deroga Amato o nell’Opzione Contributiva Dini); l’assegno di pensione, inoltre, non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè a circa 673 euro).
Vediamo, nella tabella, i requisiti d’età necessari, anno per anno:
-col sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede più di 18 anni di contributi al 31/12/1995; il sistema retributivo si basa sugli ultimi stipendi posseduti dal lavoratore e sulle settimane di contributi versate sino al 1992 (per la quota A) e dal 1993 al 2011 (per la quota B)
-col sistema retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi col sistema contributivo (il cosiddetto sistema di calcolo misto), per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31/12/1995
-col sistema interamente contributivo, per chi non ha contributi precedenti al 1996 o per chi utilizza l’opzione donna, l’opzione contributiva Dini o il computo nella Gestione separata; il sistema contributivo si basa sui contributi effettivamente accreditati e non sulla media delle ultime retribuzioni.
Coloro a cui spetta il calcolo interamente contributivo, o che scelgono il computo nella Gestione Separata, hanno diritto, a determinate condizioni, a requisiti più leggeri per accedere alla pensione anticipata (63 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contributi) ed a quella di vecchiaia (70 anni e 7 mesi, ma con soli 5 anni di contributi). Chi utilizza l’opzione donna ha diritto alla pensione con 57 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi (se i requisiti sono posseduti entro il 31 luglio 2016).
Pensione di vecchiaia
Per ottenere la pensione di vecchiaia, è necessario possedere un determinato requisito anagrafico, assieme ad almeno 20 anni di contributi (15 anni per chi rientra nella Deroga Amato o nell’Opzione Contributiva Dini); l’assegno di pensione, inoltre, non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè a circa 673 euro).
Vediamo, nella tabella, i requisiti d’età necessari, anno per anno:
2016: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2017: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2018: 66 anni e 7 mesi per tutti;
2019: 66 e 11 mesi;
2020: 66 e 11 mesi;
2021: 67 e 2 mesi;
2022: 67 e 2 mesi;
2023: 67 e 5 mesi;
2024: 67 e 5 mesi;
2025: 67 e 8 mesi;
2026: 67 e 8 mesi;
2027: 67 e 11 mesi;
2028: 67 e 11 mesi;
2029: 68 e 1 mese;
2030: 68 e 1 mese;
2031: 68 e 3 mesi;
2032: 68 e 3 mesi;
2033: 68 e 5 mesi;
2034: 68 e 5 mesi;
2035: 68 e 7 mesi;
2036: 68 e 7 mesi;
2037: 68 e 9 mesi;
2038: 68 e 9 mesi;
2039: 68 e 11 mesi;
2040: 68 e 11 mesi;
2041: 69 e 1 mese;
2042: 69 e 1 mese;
2043: 69 e 3 mesi;
2044: 69 e 3 mesi;
2045: 69 e 5 mesi.
I requisiti, successivamente a tale data, aumentano sempre di 2 mesi ogni biennio; gli adeguamenti automatici, però, potrebbero variare nel caso in cui l’aspettativa di vita riscontrata dall’Istat sia differente da quella prevista. Ad esempio, se, per gli anni 2016 e 2017 l’Istat riscontrerà, come nel 2015, un decremento della speranza di vita, nel 2019 il requisito per la pensione di vecchiaia resterà fermo a 66 anni e 7 mesi
Pensione anticipata
La pensione anticipata, al contrario della pensione di vecchiaia, è basata solo sui contributi accantonati, e non richiede un requisito minimo d’età: la Legge di bilancio 2017 ha infatti abolito la penalizzazione pari all’1% annuo, per ogni anno dal 60° al 62°, e pari al 2%, per ogni anno sotto il 60°.
Vediamo ora quanti sono gli anni di contributi necessari a maturare il trattamento, a seconda della data di uscita dal lavoro, per gli uomini:
2017: 42 anni e 10 mesi;
2018: 42 anni e 10 mesi;
2019: 43 anni e 2 mesi;
2020: 43 anni e 2 mesi;
2021: 43 anni e 5 mesi;
2022: 43 anni e 5 mesi;
2023: 43 anni e 8 mesi;
2024: 43 anni e 8 mesi;
2025: 43 anni e 11 mesi;
2026: 43 anni e 11 mesi;
2027: 44 anni e 2 mesi;
2028: 44 anni e 2 mesi;
2029: 44 anni e 4 mesi;
2030: 44 anni e 4 mesi;
2031: 44 anni e 6 mesi;
2032: 44 anni e 6 mesi;
2033: 44 anni e 8 mesi;
2034: 44 anni e 8 mesi;
2035: 44 anni e 10 mesi;
2036: 44 anni e 10 mesi;
2037: 45 anni;
2038: 45 anni;
2039: 45 anni e 2 mesi;
2040: 45 anni e 2 mesi;
2041: 45 anni e 4 mesi;
2042: 45 anni e 4 mesi;
2043: 45 anni e 6 mesi;
2044: 45 anni e 6 mesi;
2045: 45 anni e 8 mesi;
2046: 45 anni e 8 mesi;
2047: 45 anni e 10 mesi;
2048: 45 anni e 10 mesi;
2049: 46 anni 45 anni;
Attenzione: i requisiti per la pensione anticipata delle donne prevedono lo sconto di un anno, rispetto agli uomini.
2017: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2018: 66 anni e 7 mesi per tutti;
2019: 66 e 11 mesi;
2020: 66 e 11 mesi;
2021: 67 e 2 mesi;
2022: 67 e 2 mesi;
2023: 67 e 5 mesi;
2024: 67 e 5 mesi;
2025: 67 e 8 mesi;
2026: 67 e 8 mesi;
2027: 67 e 11 mesi;
2028: 67 e 11 mesi;
2029: 68 e 1 mese;
2030: 68 e 1 mese;
2031: 68 e 3 mesi;
2032: 68 e 3 mesi;
2033: 68 e 5 mesi;
2034: 68 e 5 mesi;
2035: 68 e 7 mesi;
2036: 68 e 7 mesi;
2037: 68 e 9 mesi;
2038: 68 e 9 mesi;
2039: 68 e 11 mesi;
2040: 68 e 11 mesi;
2041: 69 e 1 mese;
2042: 69 e 1 mese;
2043: 69 e 3 mesi;
2044: 69 e 3 mesi;
2045: 69 e 5 mesi.
I requisiti, successivamente a tale data, aumentano sempre di 2 mesi ogni biennio; gli adeguamenti automatici, però, potrebbero variare nel caso in cui l’aspettativa di vita riscontrata dall’Istat sia differente da quella prevista. Ad esempio, se, per gli anni 2016 e 2017 l’Istat riscontrerà, come nel 2015, un decremento della speranza di vita, nel 2019 il requisito per la pensione di vecchiaia resterà fermo a 66 anni e 7 mesi
Pensione anticipata
La pensione anticipata, al contrario della pensione di vecchiaia, è basata solo sui contributi accantonati, e non richiede un requisito minimo d’età: la Legge di bilancio 2017 ha infatti abolito la penalizzazione pari all’1% annuo, per ogni anno dal 60° al 62°, e pari al 2%, per ogni anno sotto il 60°.
Vediamo ora quanti sono gli anni di contributi necessari a maturare il trattamento, a seconda della data di uscita dal lavoro, per gli uomini:
2017: 42 anni e 10 mesi;
2018: 42 anni e 10 mesi;
2019: 43 anni e 2 mesi;
2020: 43 anni e 2 mesi;
2021: 43 anni e 5 mesi;
2022: 43 anni e 5 mesi;
2023: 43 anni e 8 mesi;
2024: 43 anni e 8 mesi;
2025: 43 anni e 11 mesi;
2026: 43 anni e 11 mesi;
2027: 44 anni e 2 mesi;
2028: 44 anni e 2 mesi;
2029: 44 anni e 4 mesi;
2030: 44 anni e 4 mesi;
2031: 44 anni e 6 mesi;
2032: 44 anni e 6 mesi;
2033: 44 anni e 8 mesi;
2034: 44 anni e 8 mesi;
2035: 44 anni e 10 mesi;
2036: 44 anni e 10 mesi;
2037: 45 anni;
2038: 45 anni;
2039: 45 anni e 2 mesi;
2040: 45 anni e 2 mesi;
2041: 45 anni e 4 mesi;
2042: 45 anni e 4 mesi;
2043: 45 anni e 6 mesi;
2044: 45 anni e 6 mesi;
2045: 45 anni e 8 mesi;
2046: 45 anni e 8 mesi;
2047: 45 anni e 10 mesi;
2048: 45 anni e 10 mesi;
2049: 46 anni 45 anni;
Attenzione: i requisiti per la pensione anticipata delle donne prevedono lo sconto di un anno, rispetto agli uomini.
(Fonte: Finanza utile)
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