lunedì 14 dicembre 2015

STATISTICHE PONTELATONE
I dati demografici e i dati delle denunce dei redditi IRPEF 2013, rilasciati recentemente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, rilevano un paese in decrescita demografica e in recessione economica. 
Popolazione dal 1861 al 2014
Dati sul numero dei residenti latonesi dai censimenti Istat e confronto con l'anno più recente disponibile
Dettaglio Popolazione 2001-2014
Andamento degli ultimi anni dei residenti, numero famiglie, componenti per famiglia, percentuale popolazione maschile
Bilancio Demografico
Tassi di natalità, mortalità, crescita naturale, numero nati, immigrati/emmigrati da altri comuni o dall'estero, saldo migratorio
Distribuzione per Età
Distribuzione per fasce di età, età media della popolazione, indice di vecchiaia e numero di ultracentenari nel comune
Coniugati e non
Distribuzione per stato civile. Numero e percentuale di celibi/nubili latonesi, coniugati, divorziati e vedovi
Cittadini Stranieri
Percentuali stranieri, con bilancio demografico (naturale, migratorio e complessivo), acquisizioni cittadinanza italiana, tasso di crescita
Redditi Irpef (2005-2011)
Quanto guadagnano i cittadini di Pontelatone, reddito totale, distribuzione per fascia di reddito, media per dichiarante e media per popolazione
Numero auto e altri veicoli
Parco veicolare a Pontelatone suddiviso per auto, moto, autobus, trasporti merci, trattori e altri veicoli speciali. Numero auto per mille abitanti
Altre Statistiche
Numero Abitazioni (2001)763
Principali Valori
Particolarità Statistiche del Comune
Posizioni nelle classifiche
% Trend Popolazione 2001-2014

1 commento:

Anonimo ha detto...

La popolazione italiana dall’unità d’Italia a oggi è più che raddoppiata. A Pontelatone si nota una crescita consistente fino al 1911 e poi un calo del 12% nel censimento del 1921. Questo decremento rientra nelle conseguenze della prima guerra mondiale e nel fenomeno dell’emigrazione verso le Americhe (Stati Uniti, Canada, Argentina). L’aumento fino al 1936 è attribuibile anche all’enfasi del fascismo per lo sviluppo demografico. Dopo la seconda guerra mondiale, la distensione e la serenità dei coniugi favorirono un’impennata della popolazione, che raggiunse nel 1951 un incremento del 21% rispetto al dato precedente. La decrescita del 1971 è imputabile ai flussi migratori verso i paesi europei (Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Inghilterra) e dal sud al nord dell’Italia (triangolo industriale). Lo spostamento imponente di manodopera agricola meridionale verso il nord industrializzato era provocato dal boom economico degli anni ‘50 e ’60. Nei decenni successivi si è assistito a un comportamento diverso: il trasferimento verso il centro-nord o all’estero di giovani in possesso di un elevato titolo d’istruzione.

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