mercoledì 1 ottobre 2014

 CLIENTELISMO
 Il sistema delle cosidette 'clientele' ha un lontano ascendente in eta' romana, quando un 'cliens', cittadino in posizione sociale  svantaggiata, si trovava costretto a ricorrere alla protezione di un 'patronus' in cambio di svariati favori e di una condizione di sudditanza e dipendenza.
Nell'accezione moderna la pratica del clientelismo riguarda un sistema di favoritismi e di scambi fondato sull'assegnazione arbitraria di risorse, benefici e protezioni, che garantisce il reciproco  vantaggio tra chi fornisce i benefici e chi ne trae convenienza e tornaconto. 
Nella  nostra Italia la  pratica del clientelismo e' stata sempre utilizzata, spesso unitamente al familismo e al nepotismo, o alla pratica della raccomandazione. E' ovvio che tali costumi sono contrari ad ogni ideale di democrazia e di meritocrazia, che prevede invece il  riconoscimento  del merito, della competenza, della capacita' e dell'impegno. 
I guasti del clientelismo sono sotto gli occhi di tutti: spesso viene utilizzato per garantirsi facili consensi elettorali, ma nel lungo periodo crea  una disparita' nei diritti e doveri assegnati ad ogni cittadino e danni all'intera collettività.
I costi sociali ed economici ricadono,infatti, su tutti i cittadini, sotto forma di minori opportunita' di lavoro, scarsa motivazione , senso d'ingiustizia ,ecc. Un costo immediato per la collettivita',ad esempio, e' quello degli appalti gonfiati e della scarsa qualita' delle opere pubbliche. Percio' e' importante che ogni amministratore pubblico, a qualsiasi livello, impronti le sue azioni all'esclusivo interesse pubblico, evitando le pratiche e il malcostume sopra accennati. 

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