CORRADINO MINEO,senatore pd
È
cominciata la battaglia delle riforme. Repubblica a tutta pagina
“Grasso: non abolite il Senato”. Il Corriere si affida invece a
Giannelli: un gruppo di donne e di uomini tributa l’estremo saluto
all’imperatore Matteo Renzi, “Ave Caesar, morituri te salutant”. Ma,
nell’arena, due leoni, perplessi, non hanno voglia di eseguire la
sentenza: “Io non me la sento! Sono tanti e più famelici di noi, sono tutti senatori.”
È davvero così? Sono così famelici e
attaccati alla poltrona, questi senatori, da mettere in pericolo la
semplificazione e la modernizzazione delle istituzioni che il Governo
propone? Piero Grasso, ex magistrato e Presidente del Senato in carica,
propone di consegnare per intero alla Camera il potere di conferire la
fiducia al Governo e quello di approvare o bocciare ogni provvedimento
ordinario, che riguardi cioè economia, giustizia, ambiente, cultura,
istruzione. Solo “le scelte sui diritti e sui temi etici, che toccano
profondamente la vita dei cittadini” hanno bisogno secondo Grasso - “di
essere esaminate anche in una camera di riflessione, come il Senato”.
Il Presidente chiede l’elezione diretta di una parte di questa seconda
Camera, che vuole continuare a chiamare Senato, “non rinuncerei mai a
una parola italiana che viene usata in tutto il mondo
ANTONIO CALABRO', giornalista
A proposito di conflitto o di staffetta generazionale, le intelligenti
osservazioni di Walter Passerini su La
Stampa: "Abbiamo
bisogno dello sguardo dei giovani e della saggezza dell'esperienza degli
anziani. E' questo il senso del necessario nuovo patto generazionale tra
Telemaco e Ulisse così ben descritto da Massimo Recalcati. Il figlio-Edipo è
quello che per conquistarsi il potere si lancia nella guerra contro il padre;
il figlio-Narciso resta immobile prigioniero della propria immagine; il
figlio-Telemaco è quello che aspetta il padre per stringere un nuovo patto, da
cui entrambi potrebbero uscire vincitori"
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