sabato 15 febbraio 2014

 POLITICHE SOCIALI  E  ASSISTENZIALISMO
Che in politica tutto si muove sull'onda della creazione del consenso e dell'accrescimento dei voti non deve sorprendere e, di per sè, non è un fatto negativo.Ma il consenso e i voti possono essere prodotti e causa di clientelismo oppure prodotti e causa di buona amministrazione.
Scambiare il consenso elettorale con i bisogni della gente è quanto di più miserabile,eppure  è abbastanza frequente che invetrebrati politici si servano di promesse di lavoro(che non possono essere mantenute) e quant'altro per catturare consenso.
E' abbastanza frequente che amministratori senza scrupoli, invece di mettere al centro dell'azione politica e amministrativa la persona, rispettandone la dignità per cercare di rispondere ai suoi bisogni,nella massima trasparenza,sfruttino questi bisogni per soddisfare altri tipi di interesse non altrettanto nobili e di alto profilo.
Facendo, ad esempio, confusione tra politiche sociali, frutto di buona amministrazione, e assistenzialismo che spesso sfocia nel clientelismo.
Sul punto è bene fare un pò di chiarezza.
Con “politiche sociali” s’intende un complesso di interventi teso a realizzare servizi pensati e strutturati per l’intera comunità cittadina e fruiti di volta in volta da coloro che – in determinate circostanze della loro vita – si trovano in una condizione di riconosciuto bisogno di sostegno. Sono politiche sociali, le mense scolastiche, il trasporto scolastico, l’assistenza sociale e domiciliare, i servizi di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. E altri ancora che la lungimiranza e la passione delle Amministrazioni sanno costruire.
Le politiche sociali sono la risposta “alta” a un diritto che la comunità riconosce ai propri componenti nel momento di una loro particolare necessità.
L'assistenzialismo è invece l'intervento individuale teso a riconoscere al singolo una gratificazione occasionale, concepita come atto discrezionale di attenzione di chi detiene il potere nei confronti di colui che versa in uno stato di bisogno. L’intervento assistenzialistico non riconosce un diritto, ma genera una dipendenza del destinatario verso il benefattore; è un atto unilaterale che di volta in volta “premia” questo o quello, ma non radica un diritto e non genera un sistema strutturato di servizi. E', ad esempio , assistenzialismo concedere aumm aumm questo o quel beneficio o vantaggio a chi pur versa in stato  di bisogno.
Magari nel breve periodo arriverà qualche voto in più dal beneficato di turno, ma poi si paga drammaticamente tutto, con gli interessi. E Pontelatone sta pagando.
Spero di aver chiarito i concetti.

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