TRASPARENZA, questa
sconosciuta
Far
diventare il Comune una casa di vetro, nella quale il cittadino possa
vedere quello che accade nel proprio interesse e di quello
dell'intera comunità, dovrebbe essere un compito fondamentale
dell'amministratore pubblico.
Ogni
cittadino dovrebbe poter entrare all'interno della macchina comunale
e vedere, senza alcun filtro, come vengono stanziati, erogati e spesi
i soldi della comunità.
In
altri termini, il Comune dovrebbe rendere pubbliche sul proprio sito
web tutte le informazioni utili per un più trasparente rapporto con
il cittadino, permettendo così il cosiddetto “accesso civico”
(vedi mio post del 29.5.2013 "operazione trasparenza").
Ho
parlato al condizionale perchè questa esigenza di rendere
trasparente l'azione amministrativa non è sufficientemente avvertita
da molte amministrazioni pubbliche, nonostante ,oggi, sia diventata
un obbligo di legge.
Infatti,
non sono molte le amministrazioni che hanno adeguato i propri siti ai
principi imposti dal decreto legislativo n. 33/2013, entrato in
vigore il 20 aprile scorso.
Il
primo obbligo del precitato decreto riguarda la predisposizione, sul
sito web, di una sezione chiamata “Amministrazione trasparente”
al cui interno ,in apposite sottosezioni, pubblicare tutti i dati e
le informazioni concernenti l'organizzazione, le attività e le
modalità per la sua realizzazione secondo modelli standardizzati. Le
informazioni devono essere complete, facilmente consultabili,
comprensibili.
Facciamo
un esempio, prendiamo il caso degli appalti, tema particolarmente
sensibile.
Adesso
ogni Amministrazione , in base al decreto 33/2013 ,deve pubblicare
ogni sei mesi nella sezione “Amministrazione trasparente” tutte
le informazioni su costi e tempi di realizzazione delle opere
pubbliche, compresi gli appalti affidati a trattativa privata. Ogni
anno ci dovrà essere anche il riepilogo sui tempi medi per il
pagamento delle fatture per forniture, servizi e beni acquistati.
La
sezione dovrà dunque ospitare bilanci, delibere, direttive, dati
sulla organizzazione del personale, pagamenti, sovvenzioni e sussidi
erogati, incarichi e consulenze affidati. Le informazioni dovranno
rimanere lì almeno cinque anni.
Ogni
amministrazione dovrà nominare il Responsabile della Trasparenza,
che dovrà svolgere “stabilmente un'attività di controllo
sull'adempimento degli obblighi di pubblicazione, previsti dalla
normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e
l'aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando
all'organo di indirizzo politico (consiglio comunale), all'Organismo di valutazione,
all'Autorità nazionale anti corruzione e, nei casi più gravi,
all'ufficio di disciplina i casi di mancato o o ritardato adempimento
degli obblighi di pubblicazione”
Gli
articoli 46 e 47 del suddetto decreto entrano nel merito delle
sanzioni previste in caso di inottemperanza. I responsabili
pagheranno di tasca propria... sono comunque valutati ai fini della
corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento
accessorio collegato alla performance dei responsabili.
A
supporto delle Amministrazioni il governo ha attivato il sito la “
Bussola della Trasparenza”, uno strumento on-line
aperto a tutti ( persone fisiche, imprese, amministrazioni) che
consente di verificare l'adeguamento del sito web istituzionale al
livello della trasparenza richiesto.
Ritengo
che non basti proclamare la trasparenza on line attraverso una
semplice legge ma occorre cambiare metodologie di lavoro, puntare
sulla formazione e aggiornamento del personale e riflettere sulla
necessità di rafforzare anche la trasparenza interna degli
enti allo scopo di non svilire questa importante opportunità di
crescita per il nostro paese nella trasparenza annebbiata (pubblicazione esorbitante di dati,
spesso inutili e di difficile comprensione).
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