domenica 18 agosto 2013

TRASPARENZA, questa sconosciuta

Far diventare il Comune una casa di vetro, nella quale il cittadino possa vedere quello che accade nel proprio interesse e di quello dell'intera comunità, dovrebbe essere un compito fondamentale dell'amministratore pubblico.
Ogni cittadino dovrebbe poter entrare all'interno della macchina comunale e vedere, senza alcun filtro, come vengono stanziati, erogati e spesi i soldi della comunità.
In altri termini, il Comune dovrebbe rendere pubbliche sul proprio sito web tutte le informazioni utili per un più trasparente rapporto con il cittadino, permettendo così il cosiddetto “accesso civico” (vedi mio post del 29.5.2013 "operazione trasparenza").
Ho parlato al condizionale perchè questa esigenza di rendere trasparente l'azione amministrativa non è sufficientemente avvertita da molte amministrazioni pubbliche, nonostante ,oggi, sia diventata un obbligo di legge.
Infatti, non sono molte le amministrazioni che hanno adeguato i propri siti ai principi imposti dal decreto legislativo n. 33/2013, entrato in vigore il 20 aprile scorso.
Il primo obbligo del precitato decreto riguarda la predisposizione, sul sito web, di una sezione chiamata “Amministrazione trasparente” al cui interno ,in apposite sottosezioni, pubblicare tutti i dati e le informazioni concernenti l'organizzazione, le attività e le modalità per la sua realizzazione secondo modelli standardizzati. Le informazioni devono essere complete, facilmente consultabili, comprensibili.
Facciamo un esempio, prendiamo il caso degli appalti, tema particolarmente sensibile.
Adesso ogni Amministrazione , in base al decreto 33/2013 ,deve pubblicare ogni sei mesi nella sezione “Amministrazione trasparente” tutte le informazioni su costi e tempi di realizzazione delle opere pubbliche, compresi gli appalti affidati a trattativa privata. Ogni anno ci dovrà essere anche il riepilogo sui tempi medi per il pagamento delle fatture per forniture, servizi e beni acquistati.

La sezione dovrà dunque ospitare bilanci, delibere, direttive, dati sulla organizzazione del personale, pagamenti, sovvenzioni e sussidi erogati, incarichi e consulenze affidati. Le informazioni dovranno rimanere lì almeno cinque anni.
Ogni amministrazione dovrà nominare il Responsabile della Trasparenza, che dovrà svolgere “stabilmente un'attività di controllo sull'adempimento degli obblighi di pubblicazione, previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando all'organo di indirizzo politico (consiglio comunale), all'Organismo di valutazione, all'Autorità nazionale anti corruzione e, nei casi più gravi, all'ufficio di disciplina i casi di mancato o o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione”
Gli articoli 46 e 47 del suddetto decreto entrano nel merito delle sanzioni previste in caso di inottemperanza. I responsabili pagheranno di tasca propria... sono comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance dei responsabili.
A supporto delle Amministrazioni il governo ha attivato il sito la “ Bussola della Trasparenza”, uno strumento on-line aperto a tutti ( persone fisiche, imprese, amministrazioni) che consente di verificare l'adeguamento del sito web istituzionale al livello della trasparenza richiesto.
Ritengo che non basti proclamare la trasparenza on line attraverso una semplice legge ma occorre cambiare metodologie di lavoro, puntare sulla formazione e aggiornamento del personale e riflettere sulla necessità di rafforzare anche la trasparenza interna degli enti allo scopo di non svilire questa importante opportunità di crescita per il nostro paese nella trasparenza annebbiata (pubblicazione esorbitante di dati, spesso inutili e di difficile comprensione).

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