lunedì 30 giugno 2025

domenica 15 giugno 2025

 

Pontelatone e la Sconfitta dell’Intelligenza Civica

Nel cuore dell’entroterra casertano, in una terra che profuma di storia, fatica e vino, Pontelatone sembra scivolare lungo uno spartito già tristemente noto: spopolamento, invecchiamento, marginalizzazione. 
Un destino che accomuna tanti borghi italiani, dove il silenzio delle case vuote racconta più delle statistiche.
Ma oggi questa parabola non è più solo una percezione o un lamento condiviso: il  nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne 2021-2027 (PSNAI)  certifica ufficialmente ciò che molti già temevano. Non si promette più il rilancio, non si invoca più la rigenerazione.
Si parla, senza giri di parole, di “accompagnamento al declino”. Una formula glaciale che, per la prima volta in un testo istituzionale, rinuncia esplicitamente alla speranza.
Ma davvero la dignità può consistere in un accompagnamento verso la fine? Non è forse più dignitoso resistere, reinventarsi, trovare nuovi significati?
Nel 1961 Pontelatone contava  2.130 abitanti. Oggi sono poco più di 1.500. I bambini sotto i 15 anni rappresentano meno del 12% della popolazione. La scuola ha perso da tempo l'autonomia, l'età media della popolazione sale, i giovani partono. Il ciclo è noto: meno nascite, meno servizi, meno opportunità. Un’agonia lenta che si consuma nell’indifferenza..
Eppure, non tutto è perduto. Pontelatone non è un paese qualsiasi. La sua posizione strategica, la vicinanza a centri urbani importanti, il suo patrimonio paesaggistico, storico e archeologico rappresentano ancora leve potenziali per un futuro diverso.
Ma serve coesione e responsabilità, basta con le polemiche inutili che non servono a cambiare di una virgola la situazione.In questo momento non servono detrattori, non occorrono personalismi
Serve una politica che si interroga, che guarda oltre l’immediato, che sa dialogare con i cittadini e costruire alleanze con i comuni limitrofi.
Invece, quello che si osserva è una politica locale che  si rifugia nella superficialità, nel gioco delle parti, in una continua alternanza di polemiche.
Chi prova ad aprire un confronto si trova solo, a parlare nel vuoto. E così, giorno dopo giorno, il vero dramma non è solo demografico, ma culturale: è la rinuncia al pensiero, alla responsabilità collettiva, al dissenso costruttivo. È la sconfitta dell’intelligenza civica.
Pontelatone non ha bisogno di assistenza al tramonto. Ha bisogno di coraggio, di orgoglio, di una comunità che torni a credere in se stessa. Perché la fine non è mai inevitabile. Ma senza una presa di coscienza collettiva, senza una politica che torni ad essere strumento di servizio e non solo teatro di egoismi e ambizioni personali, la profezia del declino rischia di compiersi davvero.
Ed è questo che non possiamo permettere.

lunedì 2 giugno 2025

La 79ª Festa della Repubblica italiana, che si è celebrata oggi 2 giugno 2025, segna un altro anno di riflessione e celebrazione delle radici democratiche della Repubblica Italiana. Ogni anno, questa data è un'opportunità per guardare al passato, al presente e al futuro della nostra nazione. 

Il 2 giugno 1946 rappresenta un momento cruciale nella storia d'Italia: per la prima volta, dopo il fascismo e la Seconda Guerra Mondiale, con il referendum popolare, il popolo italiano decise di abbandonare la monarchia e di avviare la nascita della Repubblica, un passo fondamentale per il consolidamento della democrazia in Italia.
Oggi, alla 79ª edizione della Festa della Repubblica, ci troviamo in un'Italia che sta affrontando sfide moderne significative. Da una parte, c'è una timida crescita economica, ma anche le difficoltà legate  alla crisi migratoria, ai salari troppo bassi e all'aumento delle famiglie  in difficoltà. Dall'altra, ci sono i temi dell'uguaglianza sociale, della giustizia e dei diritti civili che continuano a essere al centro del dibattito pubblico. La Repubblica è chiamata a rinnovarsi per rispondere a queste sfide, senza dimenticare mai le sue radici di democrazia e libertà.
 In questo contesto, la Festa della Repubblica rappresenta non solo un momento di gratitudine per la libertà conquistata, ma allo stesso tempo una spinta alle nuove generazioni a preservarla e migliorarla in quanto la libertà non è un dono, ma una conquista che richiede impegno e partecipazione da parte di tutti. 
Come disse Gaber:

  




 

 

 

 

 


mercoledì 28 maggio 2025

REFERENDUM 8 e 9 GIUGNO 2025 - 
I 5 quesiti in pillole
 
 
 
LAVORO

1●Abolizione del contratto a tutela crescente: se vince il SI, i lavoratori illegittimamente licenziati in aziende con più di 15 dipendenti potranno essere reintegrati nel posto di lavoro anzichè ricevere un semplice indennizzo.

2●Piccole imprese Indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese: se vince il SI, i lavoratori licenziati ingiustamente nelle imprese con meno di 16 dipendenti potranno ricevere più delle 6 mensilità di stipendio,previste oggi, come indennizzo. I giudici avranno la possibilità di determinare l'indennizzo, sena tetti predefiniti, basandosi su criteri come l'età del lavoratore, i carichi familiari e la capacità economica dell'azienda, garantendo così una maggiore equità.

3●Contratti a termine-Abrogazione parziale: se vince il SI, sarà introdotto l'obbligo per le  aziende di specificare  la motivazione per l' assunzione a tempo determinato, anche  per i contratti inferiori a 12 mesi, limitando così l'uso ingiustificato del lavoro precarios

4●Sicurezza sul lavoro per gli appalti: se vince il SI, il committente sarà nuovamente  responsabile insieme all'appaltatore per gli infortuni dei lavoratori, incentivando una maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro.

 
5CITTADINANZA
Il quesito riguarda la riduzione del tempo per ottenere la cittadinanza: se vince il SI, si ridurrà da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale per gli stranieri residenti in Italia per chiedere la cittadinanza italiana, favorendo l'integrazione e il riconoscimento di diritti civili

        

venerdì 23 maggio 2025

RICONOSCIMENTO SIMBOLICO DELLO STATO DI PALESTINA

In un mondo scosso da guerre, disuguaglianze e ingiustizie, le parole da sole non bastano più. Servono gesti, anche simbolici, capaci di indicare una direzione. È per questo che, da questo blog, chiediamo  che all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale di Pontelatone venga posta una proposta tanto semplice quanto significativa:Riconoscimento  dello Stato di Palestina da parte del nostro Comune. 
Come atto di solidarietà al popolo palestimese e a sostegno della soluzione dei due Stati come prospettiva di pace duratura tra Israele e Palestina
La relativa delibera dovrebbe essere trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero degli Affari Esteri, all'Ambasciata dello Stato di Palestina in Italia.
Si tratta, è bene chiarirlo, di un atto dal valore simbolico. Non produce effetti diretti di politica internazionale, ma rappresenta una presa di posizione etica e politica sui grandi temi che riguardano i diritti umani, la convivenza tra i popoli e la giustizia internazionale. 
Un segnale chiaro che Pontelatone, pur essendo una piccola comunità, non guarda solo alle questioni locali, ma si interroga anche su ciò che accade nel mondo e sceglie di schierarsi, pacificamente e umanamente, dalla parte del diritto e della dignità dei popoli.
Non si tratta di ideologia, né di propaganda. Si tratta di umanità, giustizia e pace.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina è oggi al centro di un dibattito internazionale, e sempre più istituzioni – comprese amministrazioni comunali – stanno decidendo di esprimere un sostegno formale a questa causa, come segnale contro la violenza e come gesto a favore del dialogo e della coesistenza.
Auspichiamo che il sindaco, i rappresentanti della maggioranza e della minoranza raccolgano questa proposta e la portino in aula.
Non c’è bisogno di grandi proclami, ma di un atto semplice, chiaro e condiviso, capace di unire la nostra comunità in un messaggio che parli al mondo intero: Pontelatone è dalla parte della pace, dei diritti umani e del riconoscimento della sovranità dei popoli.
In un tempo in cui spesso ci si rifugia nell’indifferenza, sarebbe un grande segno di consapevolezza e responsabilità collettiva. Un gesto che farebbe onore a tutta la cittadinanza.





 
 

domenica 4 maggio 2025

"Paese mio che stai sulla colllina

Disteso come un vecchio addormentatoo... "

 


 

 

giovedì 1 maggio 2025

 

Buon 1° Maggio, Buona Festa del Lavoro: dagli anni "70 al 2025

Torino anni '70
 

La Festa dsl Lavoro celebrata ogni 1° maggio ha sempre rappresentato un momento di riflessione sui diritti dei lavoratori, di diritti conquistati ma anche di battaglie ancora aperte. 
Se torniamo indietro nel tempo, agli anni della mia generazione, agli anni’70, l’atmosfera che si respirava era carica di tensione e passione.
In quegli anni, la Festa del Lavoro era il palcoscenico di rivendicazioni forti, scioperi, cortei affollati e slogan urlati a gran voce. Erano gli anni dell'autunno caldo, della richiesta di migliori condizioni di lavoro, della lotta per l’equità salariale e contro la precarietà. Le fabbriche erano ancora il cuore pulsante dell’economia, e le piazze si riempivano di operai, studenti, sindacalisti uniti in una visione comune: il lavoro come diritto e come dignità. Oggi, nel 2025, la Festa del Lavoro ha un volto diverso. Meno manifestazioni di massa, più eventi simbolici e digitali. I lavoratori non sono più solo operai in tuta blu, ma anche , programmatori, insegnanti, infermieri,rider.Le nuove generazioni dei lavoratori si trovaano spesso in contesti precari, flessili e privi di tutele tradiionali. Il 1° maggio 2025 ci ricorda che, sebbene molte conquiste siano state fatte, nuove sfide sono emerse: l’intelligenza artificiale che cambia le professioni, la necessità di un salario minimo universale, la conciliazione tra vita privata e lavoro, la sostenibilità sociale.
Il precariato ha solo cambiato forma, e i diritti devono essere continuamente rinegoziati. C'è però un filo rosso che collega quegli anni al presente: la consapevolezza che il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma un elemento centrale dell’identità individuale e collettiva.
Celebrare la Festa del Lavoro oggi significa anche chiedersi che tipo di società vogliamo costruire, quali valori vogliamo mettere al centro del nostro futuro. Perché, come allora, anche oggi “lavorare” deve voler dire vivere con dignità, e il 1° maggio resta un’occasione per ricordarlo, con nuove parole, nuovi volti, ma la stessa, antica aspirazione: giustizia.



 L'AMERICA DI GIORGIO GABER     E' UN PEZZO DEL 1976, MA SEMPRE ATTUALE